Renzi prova a blindare il governo Gentiloni. Lo fa, parlando alla (ennesima) presentazione del suo libro, questa volta a Milano. "Sosteniamo Gentiloni a spada tratta", dice il segretario del Pd. "Il governo va alla fine della legislatura. Punto. A Gentiloni va la mia amicizia, il mio sostegno e la piena collaborazione perché so che cosa significa fare il presidente del Consiglio. Vorrei che Paolo sentisse l'appoggio del mio partito". A qualcuno forse questa frase ricorderà "Enrico stai sereno".
Inevitabile un commento sulla notizia del giorno, le dimissioni del ministro Costa. "È una persona seria - dice Renzi - l'ho scelto io e l'ha confermato Gentiloni. Credo che abbia fatto bene ad andarsene nel momento in cui ha detto che sarebbe andato con Berlusconi. È uno di quelli per cui le idee sono più importante della poltrona. Io lo stimo. Non cambia niente per il governo, ma la sua è una scelta di coerenza. Non mi sento di attaccarlo ma difenderemo Gentiloni a spada tratta fino alla fine della legislatura".
Renzi poi si sofferma su Berlusconi. "Deve scegliere se fare il popolare europeo o il populista europeo. Se fa il populista europeo, fa l'accordo con Salvini. Se fa il popolare europeo, fa un partito sul modello del Ppe. Che cosa farà Berlusconi lo deciderà lui. Per me Berlusconi deve andare a casa come avversario politico, ma non lo odio". E prosegue: "Io non riesco a considerare Berlusconi - ha aggiunto - una persona da odiare, intanto perché non voglio odiare. I manganellatori verbali mi fanno paura. Non ho mai votato Berlusconi, non lo voterò mai. Lui non mi ha votato e non mi voterà mai".
Capitolo Consip.
"Non credevo di essere intercettato con mio padre - rivela Renzi - perché il reato per cui è indagato non lo prevede. È ancora da capire perché ci intercettavano. Ma poi c’è la dimensione umana. Mio padre, che oggi è stato operato al cuore, mi ha scritto: sarei pronto a fare una pazzia"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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