Renzi scende in campo. La Boldrini fa passerella

Il premier: "Grazie a chi ha scavato a mani nude". La "presidenta" sfila nelle sue Marche

Renzi scende in campo. La Boldrini fa passerella

«Prendiamo l'impegno: nessuno verrà lasciato solo. Nessuna famiglia, nessun Comune, nessuna frazione». Intorno a mezzogiorno, quando le dimensioni del disastro iniziano a chiarirsi, Matteo Renzi fa una breve dichiarazione in diretta da Palazzo Chigi.

Poche parole, per ringraziare la macchina dei soccorsi che si è «immediatamente» messa in moto. Poi in serata, dopo un sopralluogo nelle aree del sisma, il premier parla di nuovo da Rieti. Comunica, con «il cuore gonfio di dolore» il primo computo delle vittime, «120 vite spezzate, ma il bilancio non è definitivo». Annuncia che già oggi il Consiglio dei ministri varerà i primi provvedimenti, ma ricorda che - dopo l'emergenza dei soccorsi e «il grande abbraccio corale» della solidarietà che mobilita ora «tutto il Paese», al di là delle «divisioni» - la strada sarà lunga e difficile: «La credibilità e l'onore di tutti noi sarà nel garantire una ricostruzione vera», e nel farlo senza «perdere tempo, come si sono persi anni in Abruzzo». Da «domani» e «per i prossimi mesi», promette, «saremo operativi», e questa «è solo la prima visita di una lunga serie» che il governo farà in quei luoghi.

Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio è sui luoghi del terremoto già in mattinata. Intanto, da Palazzo Chigi si fa sapere che tutti gli impegni del governo sono rinviati per l'emergenza: Maria Elena Boschi, arrivata ieri mattina al Meeting di Rimini per partecipare al dibattito sulle riforme, riparte in fretta alla volta di Roma dopo un rapido saluto agli organizzatori della kermesse di Comunione e Liberazione. Il ministero dell'Economia annuncia che per le esigenze immediate sono già stanziati 234 milioni.

L'intero governo, insomma, vuole trasmettere il segnale che la priorità, ora, va data alla tragedia dei terremotati. Dal Quirinale, Sergio Mattarella lancia un «appello alla comune responsabilità nel momento del dolore» , invita «tutto il Paese» a «stringersi con solidarietà attorno alle popolazioni colpite» e auspica «un rapido sforzo corale per garantire la ricostruzione».

Sui luoghi del sisma accorre anche, di sua iniziativa, la presidente della Camera Laura Boldrini, che «da marchigiana» decide di non far mancare la propria presenza ad Arquata, che raggiunge dal suo luogo di villeggiatura. «Stavo nelle Marche a casa mia questa notte e ho sentito la scossa. Ho pensato che la cosa più naturale fosse venire qui», racconta in diretta tv. Una presenza «istituzionale», dice, ma non necessaria per ragioni operative. Che però le consente di spiegare cosa ora vada fatto, e come: «La gran parte delle persone qui è attaccata alla propria casa», dice, e molti «non vogliono spostarsi», e allora «dobbiamo cercare in tutti i modi di rispettare il loro volere. Abbiamo visto in passato come la filosofia delle new town ha creato tante disfunzioni: tempi molto lunghi e tanta infelicità delle persone», conclude davanti alle telecamere.

Telecamere fuggite invece dal ministro Delrio, impegnato fin dal mattino a seguire le operazioni di soccorso, e poi dal premier che nel pomeriggio atterra in elicottero ad Amatrice, visita i luoghi del sisma con Delrio, col capo della Protezione civile Curcio e con il governatore del Lazio Zingaretti, parla con volontari e

soccorritori nella palestra del Palazzetto dello Sport e poi vola a Rieti per presiedere un vertice con le autorità locali. E liquida i giornalisti che lo assediano: «Ora non è il momento di parlare, c'è troppo da fare».

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