Renzi sfida i magistrati: "Io aspetto le sentenze"

L'irritazione di Renzi sulle parole di Davigo: "Un film già visto per troppi anni". Poi chiede rispetto tra magistrati e politica

Renzi sfida i magistrati: "Io aspetto le sentenze"

"Tutti i giorni leggo polemiche tra politici e magistrati. Un film già visto per troppi anni". Nella sua enews il premier Matteo Renzi si ributta nella mischia. Nelle ultime ore lo scontro tra magistrati e politici è arrivato a far tremare le mura di Palazzo Chigi. Il violentissimo botta e risposta ha chiamato in causa gli alti vertici della giustizia italiano scoperchiando problemi ed emergenze che esistono da sempre. Ma, dopo l'exploit del neo presidente dell'Anm Piercamillo Davigo, che accusando tutti i partiti di complicità con i corrotti taccia il governo di non essere da meno, il premier è intervenuto per chiedere "rispetto tra magistratura e politica".

Lo scontro è durissimo. Nell'intervista al Corriere della Sera prima e nella lectio magistralis a Pisa poi, Davigo non fa nomi ma riesce a fare infuriare tutti quanti schierando la "sua" Anm, di cui è appena diventato presidente, contro la politica in generale, e più in particolare contro il Pd e il governo. Una presa di posizione che, dopo le inchieste che hanno più volte chiamato in causa esponenti dell'esecutivo, ha urtato Renzi. Dopo giorni di silenzio, il capo del governo ha voluto affidare alla consueta enews la replica alle accuse di Davigo. "Personalmente ammiro i moltissimi magistrati che cercano di fare bene il loro dovere - ha sostenuto questa mattina il presidente del Consiglio - e anche i moltissimi politici che provano a fare altrettanto". Secondo Renzi, "il rapporto tra politici e magistrati deve essere molto semplice: il politico rispetta i magistrati e aspetta le sentenze. Il magistrato applica la legge e condanna i colpevoli - ha, quindi, concluso - io rispetto i magistrati e aspetto le sentenze".

Per una volta la magistratura non si è mostrata compatta attorno all'Anm. "Mani Pulite ha fallito perché le manette da sole non bastano - tuona Raffaele Cantone, presidente dell'autorità nazionale Anticorruzione, dalle colonne del Corriere della Sera - la fiaba della magistratura tutta buona e della politica tutta cattiva è falsa". Sulla stessa linea anche Edmondo Bruti Liberati, ex procuratore capo di Milano, che invita i giudici a non dare voti alla classe dirigente: "Non ci sono toghe buone contro l'Italia dei cattivi".

Persino Luca Palamara, predecessore di Davigo alla guida dell'Anm, ha preso le distanze: "Le generalizzazioni a me non piacciono non dobbiamo cadere nella trappola del conflitto". Difficilmente Davigo tornerà sui propri passi. Gli attacchi di ieri sono solo l'inizio di una stagione caldissima.

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