L'astensionismo? Nessun problema. Nonostante in Emilia Romagna non sia andato a votare nemmeno la metà degli elettori, Matteo Renzi minimizza e non vuol sentir parlare di disaffezione nei confronti del governo e delle misure decise a Palazzo Chigi.
"I filosofi hanno solo interpretato il mondo, si tratta ora di cambiarlo, diceva Marx. È ora di cambiare", ha detto il premier nel suo intervento alla direzione Pd, chiedendo al partito di votare affinché ci sia un'accelerazione delle riforme: "Io chiedo un voto sulla convinzione di proseguire il disegno delle riforme", ha spiegato Renzi, fregandosene dei sondaggi: "Il Pd deve rivoltare l'Italia come un calzino senza preoccuparsi se possono cambiare i sondaggi. I sondaggi del Pd vanno benissimo, casomai quelli su di me meno, ma io sono qui per cambiare l'Italia non i sondaggi. Io continuerò ad andare in giro per l'Italia senza fermarmi. Il Pd è una comunità, a volte una comunità di diversi, ma non possiamo immiserirci con un dibattito interno, magari congressuale. Il congresso lo faremo nel 2017, nel frattempo cambiamo l’Italia".
Il presidente del Consiglio ha poi difeso le misure del suo governo, a partire dal Jobs act: "Ritengo sia la riforma più di sinistra mai fatta nel mercato del lavoro. Non posso escludere che qualcuno non sia andato a votare per il Jobs act, ma dire che per questo c'è stato il crollo in Emilia-Romagna è un esercizio ambiguo".
Sull'Italicum, Renzi non ha dubbi: è frutto di un patto tra più partiti e non è rinegoziabile: "Significherrebbe azzerare tutto e ritornare al
Vicolo Corto senza passare dal via", ha ribadito il premier. Sull'accelerazione delle riforme, alla fine, il segretario Pd ottiene il via libera del partito, ma non quello della minoranza Dem che decide di non votare l’odg.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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