A ddio G7: c'è voluta una visita lampo (e molto riservata) di Matteo Renzi nella sua Firenze per rendere definitiva quella che era solo una voce.Il summit italiano dei 7 Grandi, nel 2017, non si terrà nel capoluogo toscano, la città da cui partì la lunga marcia dell'attuale premier e che proprio lui, nella sua lettera di commiato ai fiorentini quando salì a Palazzo Chigi, aveva indicato come possibile futura sede: una sorta di regalo d'addio ai concittadini. Che però non si concretizzerà, causa ritardi nella realizzazione delle grandi opere e ristrutturazioni necessarie per ospitare in sicurezza i capi di stato e di governo e gli eserciti di loro collaboratori. Ora l'idea che trapela da Palazzo Chigi è di spostare l'evento nel profondo Sud, in Sicilia. Si era ipotizzato addirittura come luogo simbolo per il G7 l'isola di Lampedusa, l'avamposto delle migrazioni mediterranee visitato la settimana scorsa dal premier, ma a quanto pare i problemi logistici (a cominciare dalla pista dell'aeroporto, inadatta ad accogliere l'Air Force One) sarebbero insormontabili.La notizia del «vertice segreto a Palazzo Vecchio», dove Renzi era piombato inaspettato il 4 marzo scorso, è trapelata solo sabato scorso sul Corriere fiorentino: una sorta di «super giunta - scriveva l'autore dello scoop, Claudio Bozza - con il sindaco e l'ex sindaco, diventato premier, che hanno discusso di grandi opere, profilando decisioni importanti che disegneranno la Firenze del 2024: dal tunnel Tav interrato che per sette chilometri dovrebbe attraversare la città, al passaggio della tramvia sotto al centro storico. Dal potenziamento dell'aeroporto, al nuovo stadio della Fiorentina». Presenti anche il sottosegretario Luca Lotti, alcuni assessori e il «fidatissimo consigliere di Renzi» Marco Carrai, nella sua veste di presidente di Toscana Aeroporti. Riunione riservata per fare il punto sullo stato di avanzamento dei lavori pubblici in città, anche in relazione alla scadenza del G7. E proprio l'aeroporto di Peretola è uno dei nodi che avrebbero portato alla decisione di spostamento del summit: troppo lunghi (a causa di blocchi burocratici romani) i tempi di costruzione della nuova pista, che non sarebbe pronta prima del 2018. Anche se sulla necessità di accelerare comunque i lavori, con relativi finanziamenti anche statali, si è registrato totale accordo: l'ampliamento consentirebbe in pratica di raddoppiare l'afflusso di passeggeri su Firenze, con immaginabili ripercussioni positive per l'economia.Ma non è quella l'unica opera pubblica di cui si sarebbe discusso nel vertice fiorentino, oggetto di numerose polemiche da parte delle opposizioni che accusano il sindaco Nardella di essersi fatto «commissariare» dall'ex sindaco. Si è parlato anche del probabile accantonamento del maxi-tunnel della Tav (che Renzi osteggiò anche da sindaco), e del progetto - caldeggiato dal premier fin da quando era a Palazzo Vecchio - di far passare la tramvia sotto il centro storico.
Idea su cui il capo del governo - che del resto ci metterebbe i finanziamenti - spinge l'acceleratore, e il suo successore Nardella il freno. L'attuale sindaco, infatti, sarebbe preoccupato dell'impatto negativo che l'apertura di cantieri di scavo in pieno centro avrebbe sui cittadini. Tanto più in vista della sua futura campagna elettorale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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