Coronavirus

Renzi vuole riaprire tutto La politica lo "isola" subito

"Non possiamo aspettare il vaccino chiusi in casa" Da Fi alla Lega, coro di critiche: "Una provocazione"

Renzi vuole riaprire tutto La politica lo "isola" subito

Riaprire. E ripartire. «Le fabbriche prima di Pasqua. Poi il resto. I negozi, le scuole, le librerie, le Chiese. Serve attenzione, serve gradualità. Ma bisogna riaprire». Matteo Renzi innesca un terremoto politico e la sollevazione degli scienziati. Il leader di Italia Viva prima con un'intervista ad Avvenire e poi con un video su Facebook spinge per il ritorno alla normalità a piccoli passi. Perché «è un'emergenza che durerà finché non si troverà il vaccino. Ci vorrà un anno - spiega - A chi pensa di continuare così e dando alle persone un reddito cittadinanza esteso, rispondo che non è la soluzione. Quanto si può reggere? Così non c'è futuro. Il Paese muore. Non possiamo morire di Covid19, ma neanche di fame». Renzi attacca il governo e la strategia di contenimento del virus. Il timore che in queste ore discute con i suoi, è di un «combinato disposto di un Paese chiuso, con il reddito di cittadinanza e magari una patrimoniale, mentre gli altri Paesi continuano a produrre. Sarebbe una rovina». Serve una strategia. Rilancia un possibile rientro a inizio maggio nelle scuole, con «l'avvallo della comunità scientifica» per i ragazzi che devono sostenere la maturità e la terza media: «I ragazzi hanno il diritto di essere valutati e il governo ha il dovere di permetterlo». Per permettere alle imprese di riaprire, Renzi ipotizza «test su tutti, per capire chi, avendo già avuto il virus magari in forma asintomatica, abbia già gli anticorpi e dunque sia più forte e possa tornare alla vita normale», a partire dai giovani. «Si possono iniziare a riaprire gradualmente le fabbriche già dal mese di aprile».

«Francamente credo che non abbiamo bisogno di apprendisti stregoni irresponsabili», dice Nicola Fratoianni (Leu). Per Matteo Salvini «non è il momento». Licia Ronzulli, Forza Italia, ricorda che «fino a ieri voleva chiudere tutto e invitava il governo ad avere coraggio. Si conferma inaffidabile». Per il leghista Gian Marco Centinaio è «l'ennesima provocazione della disperazione».

La contrarietà della comunità scientifica è unanime. Ma l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco mette a fuoco lo scenario: se è vero che «non si può fare senza rischiare una ripresa incontrollata dell'epidemia. Serve una strategia urgente. C'è un pezzo importante di conoscenza scientifica che manca: quanti sono stati realmente gli italiani che sono venuti in contatto con il virus? Quanti hanno sviluppato anticorpi protettivi? Questa informazione è importantissima perché potremmo farci un'idea della classi di età che prima di altre potranno essere riammesse in comunità più o meno chiuse». E dare una sorta di «patente di immunizzato» con cui rimettersi a lavorare.

Ci pensa il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese a chiarire che si andrà avanti con le restrizioni oltre la scadenza del 3 aprile. Si ragiona su una proroga di due settimane.

Che probabilmente non sarà l'ultima: «"La data del 3 aprile credo sia troppo ravvicinata per dire che verrà riaperto tutto».

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