Ad ascoltare Maurizio Martina e Luigi Di Maio un accordo tra Pd e M5S per la formazione di un governo sembra cosa fatta.
Ma i leader delle due coalizioni non hanno fatto i conti con la base e soprattutto con la corrente finora predominante tra i dem: quella che fa capo a Matteo Renzi. Già nel pomeriggio, dopo le consultazioni tra Roberto Fico e la delegazione Pd, i parlamentari renziani avevano lanciato l'hashtag #senzadime e #Renzitorna per annunciare il proprio no in direzione all'intesa coi Cinque Stelle. da Anna Ascani a Ernesto Magorno, fino a Sandro Gozi, Ivan Scalfarotto e Michele Anzaltdi, non sono pochi quelli che hanno storto il naso davanti all'ipotesi che il Pd possa diventare "la stampella" del M5S e che minacciano addirittura una scissione. "Al governo M5S-Pd io non ci sto", si legge infatti sul profilo che raccoglie i tweet dei renziani, "Passino le dispute interne, passino le correnti, ma se dobbiamo mettere in discussione pure il nostro modo di essere, facciamola finita perchè un partito così non è un partito. Se avessi voluto il Mov l'avrei votato, ora basta. #senzadime".
E poi c'è Matteo Orfini, che oltre che renziano è pure il presidente del Pd. E che si dice contrario a un accordo. "Mi arrivano in queste ore molti messaggi di nostri elettori che chiedono chiarimenti sull'incontro con Fico", scrive su Facebook, "Oggi abbiamo semplicemente detto che una eventuale apertura a un governo politico col M5s dovrà essere discussa in direzione. Perché noi siamo un partito e le decisioni le prendiamo negli organismi e non sulla base di una telefonata del Casaleggio di turno. Quindi convocherò la direzione il prima possibile.
Di Maio in questo momento ci sta chiedendo pubblicamente di fare un accordo sulla base di un confronto programmatico. Per chiarezza, sulla proposta di un accordo per un governo politico Pd-M5s la mia personale posizione resta la stessa di sempre: sono contrario".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.