
Come annunciato qualche giorni fa dalla nuova procuratrice di Trieste Patrizia Castaldini, la Procura sta accelerando sul caso di Liliana Resinovich. Fioccano le nuove analisi e gli incidenti probatori per cercare di arrivare alla verità sulla morte della 63enne scomparsa il 14 dicembre del 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022 nel boschetto dell'ex Opp di Trieste.
Un caso tornato alla ribalta recentemente, dopo che una perizia ha escluso il suicidio, ponendo l'accento sulla possibilità che la Resinovich possa essere stata uccisa dal marito, Sebastiano Visentin, indagato quattro anni dopo il delitto, nonostante si continui a dichiarare innocente. L'ultima ombra su di lui, il sospetto - respinto dall'interessato - che avrebbe dato via alcuni oggetti appartenuti alla moglie prima che venisse ritrovato il cadavere.
Oltre a disporre nuove verifiche sul corpo della vittima, come sollecitato dalla difesa dello stesso indagato per decifrare cause e data della morte, la pm Ilaria Iozzi ha chiesto alla gip Flavia Mangiante accertamenti di tipo genetico, dattiloscopico e merceologico su una serie di reperti. Le analisi sulla suola delle scarpe che indossava la vittima potrebbero dire molto su dove è stata Liliana prima che venisse trovata senza vita avvolta in due sacchi della spazzatura. Finora è stato evidenziato del terriccio, compatibile con il boschetto dove è stato ritrovato il corpo, ma anche tracce di gesso. L'ipotesi è che la donna sia morta lo stesso giorno della scomparsa, ma che il suo cadavere sia stato portato nel boschetto solo in un secondo momento. La nuova perizia, dunque, potrebbe fornire dettagli su dove è stato tenuto il corpo prima del ritrovamento. Il materiale rinvenuto sulla suola verrà comparato con quello presente nel roseto dell'ex Opp e nell'ex laboratorio di arrotino di Visintin. In sede di incidente probatorio i periti dovranno analizzare il cordino trovato sul collo di Liliana e quello che teneva unite le chiavi trovate nella sua borsa, alla ricerca di tracce di Dna. Per l'accusa sarebbe inoltre necessaria una comparazione con i gomitoli di spago presenti in casa di Visintin e un esame sul tipo di taglio che quegli spaghi hanno alle estremità, il quale verrebbe messo a confronto con quello trovato su un braccialetto celeste e nero con disegni greci acquisito dagli inquirenti negli ultimi mesi a casa del fratello di Liliana. Lo stesso oggetto verrebbe sottoposto anche ad analisi genetica, come gli abiti la mascherina, la borsa e gli occhiali della 63enne.
L'altro incidente probatorio è in programma il 23 giugno per assumere la testimonianza di Claudio Sterpin, l'amico di Liliana.
L'obiettivo è quello di chiarire i rapporti tra i due e quelli tra la vittima e il marito. Pochi giorni fa Sterpin ha ribadito la sua versione di sempre: a suo dire non sarebbe stato Visintin a uccidere Liliana, ma lui saprebbe benissimo chi è stato.