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La libertà degli italiani rimasti in piedi. #iononminginocchio

Il gesto dei calciatori della nazionale italiana che non si sono inginocchiati è una forma di buon senso a chi vorrebbe imporre non un giusto contrasto al razzismo, quanto un’ideologia politica basata su temi che nulla hanno a che fare con la storia e la società italiana

La libertà degli italiani rimasti in piedi. #iononminginocchio

Fin dall’inizio dell’europeo, l’opinione pubblica italiana si è interrogata su cosa avrebbe fatto la nostra nazionale di calcio se le fosse capitato di giocare contro una squadra che si fosse inginocchiata per il Black Lives Matter.

La risposta è arrivata contro il Galles dove la nazionale si è divisa con una parte dei giocatori che si sono inginocchiati e altri rimasti in piedi. Il fermo immagine dei calciatori italiani, alcuni in piedi e altri in ginocchio, è l’emblema di ciò che rappresenta il Black Lives Matter: un movimento divisivo che ha assunto una precisa valenza politica. Si può essere contro il razzismo anche rimanendo in piedi e con schiena dritta senza obbligare i giocatori a inginocchiarsi, soprattutto se gioca la nazionale che dovrebbe rappresentare tutti gli italiani a prescindere dalle loro idee. Eppure, nonostante le critiche social e le accuse, i giocatori italiani che non si sono inginocchiati hanno dimostrato, oltre che personalità, buon senso. Partendo dal presupposto che il razzismo va sempre condannato, il tema del Black Lives Matter non è legato alla società italiana dove non vi sono situazioni analoghe agli Stati Uniti o casi come George Flyod. Inginocchiarsi è perciò una forma di colonialismo culturale nei confronti del mondo liberal americano che non ha ragion d’essere in un Paese come l’Italia dove esiste una società molto diversa da quella statunitense. Addirittura c’è chi ha identificato come forma di razzismo quanto avvenuto alla stazione di Roma Termini dove un poliziotto ha sparato alle gambe a un ghanese che minacciava la polizia e le persone armato di coltello.

C’è poi un argomento di fondo che riguarda la difesa della vita a prescindere dal colore della pelle delle persone: tutte le vite contano e vanno difese e, così come i criminali non hanno colore e nazionalità, allo stesso modo la violenza prescinde dall’etnia. Obbligare i calciatori a inginocchiarsi, come alcuni vorrebbero, significa contraddire un basilare principio democratico di libertà di scelta e insultare o accusare di razzismo chi decide di rimanere in piedi, vuol dire farsi promotori di una forma di odio e intolleranza che è il risvolto della stessa medaglia.

Il gesto dei sei calciatori della nazionale italiana rimasti in piedi è perciò una forma di resistenza culturale a chi vorrebbe imporre non un giusto contrasto al razzismo, quanto un’ideologia politica che impone comportamenti e limita la libertà in nome di temi che nulla hanno a che fare con la storia e la società italiana.

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