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La rete dei Comuni che assume i dem. Pd graziato dai media

La "stipendiopoli" della Regione Lazio coinvolge altri centri. Scandalo silenziato

La rete dei Comuni che assume i dem. Pd graziato dai media

Non solo la Regione: c'è anche una rete di sindaci che ha contribuito a trasformare il bando per cinque assunzioni presso un piccolo Comune laziale nel «concorso dei miracoli». Il meccanismo è sempre lo stesso: un nugolo di amministratori locali, militanti e tesserati, in larghissima parte del Pd, ha partecipato al concorso per cinque impiegati generici (categoria C1). Molti di loro già collaborano con l'ufficio di presidenza del Consiglio della Regione Lazio, ma non vincono il posto nella minuta Allumiere, paesino dell'entroterra romano che per alcuni dei candidati sarebbe risultata una destinazione non così interessante, non fosse altro per la distanza da casa. In compenso, risultano idonei. E molti di loro, coincidenza, con lo stesso identico punteggio: 74.

Un numero fortunato evidentemente. Perché a pochi giorni dalla chiusura del bando, molti di loro si vedranno piovere offerte di lavoro da altre amministrazioni che decidono di attingere alla graduatoria con un tempismo incredibile. Oltre ai 16 della Regione Lazio, nove vengono chiamati dal Comune di Guidonia (a guida 5s, come il vice presidente del Consiglio regionale Devid Porello che sarà uno dei firmatari dell'atto che decide le assunzioni in Regione), altri da Comuni più piccoli. C'è perfino un consigliere comunale di Roma, Marco Palumbo, che rifiuta il posto in Regione e lo accetta a Guidonia, più vicino a casa. A Guidonia si sistema pure Matteo Manunta, ex consigliere provinciale 5s, assunto come impiegato semplice, ma protagonista di una carriera rapidissima: è già responsabile dei social del Comune grillino.

Anche il Comune di Monterotondo (a guida Pd) si butta nella mischia. L' assessore al personale Alessandro Di Nicola che propone le assunzioni, altra coincidenza, lavora come capo della segreteria di Gianluca Quadrana, consigliere regionale della Lista Zingaretti e anche lui firmatario della delibera delle assunzioni in Regione. Perfino il piccolo e incantevole Comune di Anguillara Sabazia non vuole farsi scappare una delle partecipanti al concorso: è la figlia del sindaco di un altro paesino Manziana.

A Tivoli trovano posto le gemelle Carlini, sorelle di un ex consigliere comunale grillino di Civitavecchia. Tra la Regione e il Comune di Ladispoli trovano posto anche persone che lavorano con il leghista Giuseppe Cangemi, vice di quello stesso ufficio di presidenza della Regione Lazio guidato dal Pd Mario Buschini, il luogo a cui sembrano ricondurre tutti i fili di questa intricata vicenda. Compreso quello che porta al sindaco di Allumiere di Antonio Pasquini, il primo cittadino che ha bandito il «concorso dei miracoli». E che è anche vice capo segreteria di Buschini. Un mosaico di assunzioni incrociate in odore di conflitto di interesse in cui ci si perde.

In Regione solo imbarazzo di fronte alle richieste di chiarimenti della consigliera regionale di Fratelli d'Italia Chiara Colosimo, che ha chiesto lo stop alle assunzioni. Tace il presidente della Regione Nicola Zingaretti, nonostante nel Pd qualcuno abbia sommessamente espresso disagio. Eppure la «stipendiopoli» che sotto Natale, con tanti italiani in lockdown a chiedersi come arrivare a fine mese, ha distribuito posti di lavoro pubblico a tempo indeterminato a persone legate alla politica, ha avuto una eco smorzata. Ne ha scritto il Fatto e Repubblica ha confinato la notizia nella cronaca di Roma. Altri grandi quotidiani non pervenuti.

È il solito «sconto sulla fiducia» mediatico su cui la sinistra sa di poter contare.

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