Jacopo Granzotto
Ci vorrà tempo, chissà quanto, ma la notizia è che il ponte sarà demolito e ricostruito. L'annuncio di Autostrade per l'Italia è a costo zero ma ignora, di fatto, la minaccia della revoca della concessione da parte del governo. La società annuncia, infatti, l'«avvio di un progetto di ricostruzione del viadotto, che completerebbe in 5 mesi dalla piena disponibilità delle aree». Figuriamoci. Il problema è lo spettro delle carte bollate tra governo e Autostrade per l'Italia che allungherebbe ulteriormente i tempi.
A sentire gli esperti di alternative non ce ne sono proprio. Impensabile risistemare il ponte. Andrà demolito progressivamente portando via 80 mila metri cubi di calcestruzzo, mentre le case popolari sottostanti dovranno essere evacuate via via. Un lavoro lungo e complicato. Oggi quasi tutto viaggia su autoarticolati. Un traffico incessante. Serviranno soluzioni che in una struttura urbana aggrovigliata come quella di Genova sono complicate. Unica certezza è che la A10 resterà chiusa tra Aeroporto e Genova Est. E così tutto il traffico dovrà passare in città. Il governatore della Liguria Giovanni Toti è preoccupato: «L'emergenza di Genova finisce quando il ponte Morandi sarà ricostruito, quando la viabilità della Regione piattaforma logistica del Paese tornerà come prima, anzi migliore, con la Gronda, il Terzo Valico, Lungomare Canepa e il secondo anello ferroviario». Per il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi bisognerà capire se il Ponte verrà demolito totalmente. «In ogni modo - fa sapere - ci sono già gravi ripercussioni per la città. Abbiamo un'opera alternativa: speriamo di anticipare a ottobre il completamento del bypass, la strada a mare che collegherebbe Genova aeroporto con Genova ovest».
Intanto ieri il ministero dei Trasporti ha chiesto la ricostruzione del Ponte a carico di Autostrade per l'Italia. Mit che in una comunicazione comunica di aver aperto un'istrutturia a carico della Società. «Il Ministero chiede ad Autostrade per l'Italia - si legge nel comunicato - di voler confermare sin d'ora l'impegno a ripristinare integralmente il viadotto di Polcevera con oneri a proprio carico, entro un contenuto periodo di tempo che sarà indicato sulla base di uno stato aggiornato della situazione. Si chiede anche di assicurare la copertura, a proprie cure e spese, di tutti gli oneri connessi all'integrale ripristino delle opere e aree danneggiate dall'evento».
In attesa di sviluppi concreti si fanno ipotesi sui costi e sulle modalità della ricostruzione. Il vicepremier Matteo Salvini, che quantifica la spesa in 80, 100 milioni di euro, si augura che «il ponte si realizzi in pochi mesi e con criteri diversi rispetto a quelli di cinquant'anni fa». E sarebbe il minimo.
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