Riecco la maestra anti agenti Cocaina e hashish in cucina

Ennesimo capitolo per la docente licenziata a giugno Salvini su Twitter: «Non c'è che dire, ottima educatrice»

Nadia Muratore

Torino A febbraio, bottiglia di birra in mano e cappuccio in testa, urlava a più non posso, in maniera poco educata: «Vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire, senza manganelli quando volete» contro i poliziotti schierati per arginare la furia di un corteo antifascista a Torino, dove si registrarono anche scontri e diversi feriti. A meno di quattro mesi di distanza da quell'episodio che le è costato il posto di lavoro, la maestra elementare Flavia Lavinia Cassaro, si è nuovamente infilata nei guai.

Sono stati gli agenti del commissariato Barriera Milano, a controllare la sua abitazione, nel corso di un controllo straordinario del territorio, che ha interessato lo stabile di corso Novara, occupato da anni da famiglie ed esponenti dell'area antagonista, dove vive anche la maestra elementare. In casa sua è stato trovato dello stupefacente: hashish e cocaina e anche un grinder, un attrezzo che serve per sminuzzare la verdura ma che secondo gli agenti potrebbe essere stato utilizzato per tagliare la marijuana. Il tutto in bella mostra sul tavolo della cucina. È stata la stessa donna, a indicare lo stupefacente ai poliziotti. Nei suoi confronti è scattata una segnalazione amministrativa.

Gli agenti, in realtà, erano intervenuti nel palazzo di via Novara per un altro motivo. Il loro obiettivo, infatti, era un marocchino di 38 anni, amico e vicino di casa dell'ex insegnante, sospettato di essere uno spacciatore. Da lì era partito il controllo: nell'appartamento dell'uomo, che è stato denunciato, sono stati trovati 14 grammi di hashish.

«Non c'è che dire, un'ottima educatrice... Viva la scuola libera da questi personaggi»: così Matteo Salvini su Twitter ha commentato la notizia del blitz nella casa dell'ex maestra elementare.

Flavia Lavinia Cassaro, sospesa dall'insegnamento dopo il clamore per lle sue frasi contro la polizia ripetute di fronte alle telecamere di Mediaset, lo scorso giugno era stata licenziata. Con la motivazione di aver agito «in grave contrasto con i doveri inerenti alla funzione di educatrice nonché per attività dolosa che ha arrecato grave pregiudizio alla scuola e alla pubblica amministrazione». A questo provvedimento, si affianca l'azione penale scaturita dal fatto che è stata indagata per oltraggio nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri tra polizia e antagonisti avvenuti quella sera del 22 febbraio, quando le forze dell'ordine cercarono di impedire al corteo antifascista di raggiungere l'hotel di corso Vittorio, dove era in corso un comizio di CasaPound. Incontrando i giornalisti, pochi giorni dopo la notifica del provvedimento di «destituzione», l'insegnate, assistita dal sindacato Cub Scuola, aveva detto: «Ho fatto una sciocchezza, ma il licenziamento è eccessivo. È una punizione ingiusta rispetto all'errore commesso».

Intanto, alcuni giorni fa, il sindacato di polizia Siulp si è costituito parte civile nel procedimento penale per la

guerriglia tra corso Vittorio e piazza Statuto. «L'azione legale contro gli imputati - hanno fatto sapere i sindacalisti - è una presa di posizione da parte del sindacato a tutela dei poliziotti rimasti feriti negli scontri».

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