Roma - Si possono affidare le speranze di riforma della legge elettorale a un ex sindacalista Uil, poi passato alla Cgil, poi iscritto al Pds, poi transitato in Rifondazione, indi fondatore del Movimento 5 Stelle a Palermo da cui è stato epurato otto mesi fa? Pare di sì.
I delicati equilibri della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama non possono prescindere dal canuto (sebbene non ancora cinquantenne) senatore siculo Francesco Campanella. La calendarizzazione dell'Italicum dipenderà dal suo stato d'animo e basterà un voto favorevole per dare un po' di visibilità al semisconosciuto movimento «Italia Lavori in Corso» (Ilic), da lui creato assieme ad altri laticlavi scomunicati da Beppe Grillo come Fabrizio Bocchino e Luis Alberto Orellana. Quest'ultimo è già andato in soccorso della maggioranza un mese fa, votando sì alla risoluzione sul Def e consentendo che passasse per un solo voto, complice la presidenza del leghista Roberto Calderoli che lo escluse dal computo delle opposizioni.
Campanella dovrà decidere tra il cuore che batte a sinistra e l'opportunità di guadagnarsi un'apertura di credito facendo il gioco di Matteo Renzi. Nulla è scontato in questo tramonto della Seconda Repubblica che rende tutto indistinto e senza segni di riconoscimento. Accade così che un ex venditore della De Agostini possa diventare l'ago della bilancia di una partita più grande di lui. Nel Pd incrociano le dita sperando che l'ultimo passaggio di Campanella sia quello decisivo.
Diplomato in ragioneria e laureato in Lettere, Campanella entra alla Regione Sicilia a 25 anni come funzionario contabile. Di lì a qualche anno va ad occuparsi della formazione e dell'aggiornamento del personale e nel 2003 diventa dirigente. In mezzo a tutto questo trova anche il tempo per la politica, prima come sindacalista della Uil e dal 1995 al 2000 come segretario aziendale della Cgil e militante del Pds per il quale si candiderà a un consiglio circoscrizionale nel 1996. Nel 2008-2009 lo si ritrova in Rifondazione come «iscritto non attivo». Dal 2011 si dedica a Grillo, mancando però il quorum per le elezioni regionali dell'anno successivo. Alle politiche del 2013 ha fatto «bingo».
L'apice del successo è l'inizio del calvario: prima vota Grasso presidente in dissenso con il gruppo, poi inizia a criticare le sparate di Casaleggio e del leader
assoluto. Segue l'espulsione e l'avventura di Ilic che in questi mesi ha strizzato l'occhio tanto alla minoranza Pd quanto a Sel. Ora Campanella può rimettersi in gioco davvero, magari togliendo il cartello «lavori in corso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.