"Riforma come etichette truffa. Il Senato sarà una palude"

L'avvocato ed ex deputata: «Renzi fa un affresco falso, vende la semplificazione che non c'è. Si bloccherà tutto»

"Riforma come etichette truffa. Il Senato sarà una palude"

La fattispecie penale è chiara: «Ha presente la frode dell'etichetta? Ti vendono un prodotto dicendo che ha certe qualità, poi lo apri e ti accorgi che non era vero. Ecco la riforma costituzionale di Renzi è così. Fa credere di semplificare e invece trasforma il Senato in una palude che paralizzerà il Paese». Giulia Bongiorno, dopo due legislature in Parlamento (An, Pdl, poi con Fini), è tornata a guidare a tempo pieno il suo studio legale. E il giudizio sul referendum muove da entrambe le esperienze: «Io sono una penalista, e i penalisti tendono a guardare gli effetti finali di una norma e le patologie. Ma sono anche stata parlamentare, e questa duplice veste mi fa dire che si tratta di una riforma trappola».

Dov'è la trappola?

«La più pericolosa riguarda il nuovo Senato. È vero che i senatori avranno meno competenze rispetto ai deputati, ma avranno comunque a disposizione armi micidiali di distruzione del processo legislativo e di dilatazione dei tempi di approvazione. Perché non è vero che il bicameralismo perfetto viene superato: resta la competenza dei senatori su un lungo elenco di materie di grande rilevanza, come i trattati europei, che riguardano temi fondamentali come l'immigrazione, i risparmi, l'agricoltura».

E perché questo è potenzialmente micidiale?

«Per un motivo semplice. Oggi si ricorre alla fiducia quando si vuole accelerare l'iter di una legge, ma la riforma prevede che sarà solo la Camera a poter mettere la fiducia, non più il Senato. Il risultato? I senatori potranno bloccare per sempre le leggi su cui ci sarà ancora il bicameralismo, e l'elenco è lungo, comprende quasi una ventina di tipologie diverse. Il nuovo Senato avrà un fortissimo potere di ricatto, e in Parlamento ho constatato che si crea un forte clima di appartenenza, persino nelle commissioni. Si scatenerà in un derby con la Camera, diventerà una palude capace di bloccare tutto».

Insomma il contrario di quel che dice il governo.

«Hanno fatto un affresco che è un falso. I nuovi senatori saranno parlamentari di serie B, figli di un Dio minore, si formeranno maggioranze bizzarre e appena avranno la possibilità di intervenire useranno il fortissimo potere inibitorio che resta loro, senza che il governo possa usare la ghigliottina della fiducia. Un pasticcio enorme, una trappola micidiale».

Era meglio eliminarlo del tutto il Senato?

«Non c'è dubbio, se il numero dei parlamentari è eccessivo, allora si elimina la seconda Camera e basta. Mentre il Parlamento disegnato dalla riforma è una specie di personaggio mitologico, sopra uomo e sotto pesce. Talmente eterogeneo e scriteriato che non potrà produrre risultati legislativi accettabili. E questo è frutto di una riforma scritta in modo frettoloso, senza lo spirito che deve ispirare la Costituzione. Io sono appassionata di Calamandrei: diceva che la Costituzione deve essere presbite, deve vedere lontano. Ed era quasi commosso quando si chiedeva come sarebbero stati giudicati i costituenti dopo 100 anni. Renzi invece pensa solo a come lo giudicheranno il 4 dicembre. Voleva una campagna elettorale con un bello slogan, che ha fatto mettere persino sul retro degli autobus. Ma non si possono fare le riforme con questa miopia».

Altre trappole nascoste dietro al Sì?

«Ci saranno conflitti di tutti i generi e pare che lo sappia persino chi ha scritto la Riforma, infatti si prevede che i presidenti di Camera e Senato decidono le questioni di competenza sollevate: ma se non si trova una soluzione si arriverà alla Corte Costituzionale. La Consulta dovrà fare gli straordinari, perché tutte le volte che non ci sarà accordo la palla arriverà da loro. Ancora tempi che si allungano, paralisi. E poi c'è il doppio ruolo dei senatori».

Sindaci e consiglieri regionali a mezzo servizio, senatori part time. Il premier dice che non sarà un problema.

«E sbaglia. Forse dimentica che ci sono provvedimenti da esaminare entro certi termini brevi che saranno decisi dalla Camera, quindi non sarà programmabile l'impegno a Roma per i senatori che vengono da varie parti del paese. Quale sarà il risultato? Che a Palazzo Madama non andranno i sindaci di Milano o Roma, che non possono gestire il doppio ruolo, ma quelli di Rho e Frascati. Altra assurdità. Questi senatori scelti tra gli amministratori locali hanno competenza sulla Ue, ma non sul riparto delle competenze tra Stato e Regioni. Non è un Senato delle autonomie, né un vero Senato, ma solo un gran pasticcio. Come per le Province, dicono che le hanno abolite e invece ci sono ancora, solo che non si capisce più cosa facciano».

Lei guida un'associazione («Doppia Difesa») che si occupa di diritti delle donne. Il Pd dice che la riforma serve anche alle donne, perché promuove la parità.

«Altra presa in giro. Nell'attuale Costituzione è già scritto quattro volte che le donne devono avere uguali opportunità, non è che se aggiungo altre due volte lo stesso principio faccio qualcosa di innovativo. È solo uno slogan.

Anziché dire che stanno promuovendo leggi per le pari opportunità, che facciano subito un Ministero delle Pari opportunità! Il governo Berlusconi invece lo aveva, e con Mara (Carfagna, ndr) abbiamo fatto insieme la legge sullo stalking. Non ci vengano a dire che le donne vengono valorizzate da questa riforma perché le donne sanno leggere e sanno che le pari opportunità erano già previste».

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