Cronache

Riforma fiscale, è pareggio tra centrodestra e sinistra

Accordo in maggioranza sul taglio dell'Irpef. Ma è rinvio sui nodi flat tax e patrimoniale

Riforma fiscale, è pareggio tra centrodestra e sinistra

Come in una partita di calcio terminata 1-1 entrambe le squadre escono con il sorriso dal campo. Si può sintetizzare così il voto finale sul documento delle commissioni Finanze di Camera e Senato relativo alla riforma fiscale che entro fine mese si tradurrà in un ddl delega. Festeggia il centrodestra («Niente patrimoniale né revisione dei valori catastali») ed esulta il segretario Pd, Enrico Letta («Abbiamo bloccato la flat tax»). Ma il fatto che entrambi i contendenti siano soddisfatti è indicativo di come il cammino si presenti tortuoso se si vorrà ottenere una qualche efficacia. Anche perché tutte le risorse saranno reperite dal disboscamento degli sconti fiscali e, dunque, non si può parlare a priori di abbassamento della pressione fiscale.

L'architrave del documento votato è un invito al governo a «ridefinire la struttura dell'Irpef» con un abbassamento dell'aliquota media effettiva (ora al 38%) con particolare riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito tra i 28mila e i 55mila euro. Analogamente si sottolinea la necessità di una fiscalità più vantaggiosa per le donne che entrano nel mondo del lavoro (prevedendo un regime temporaneo che consenta di non perdere le detrazioni per il coniuge a carico) e per gli under 35, eventualmente elevando la no tax area in modo da ricomprendere le attuali detrazioni. Proprio in materia di no tax area il centrodestra ha ottenuto un impegno a un suo innalzamento (attorno ai 10mila euro) in modo da escludere 10 milioni di contribuenti tra lavoratori e pensionati.

Come detto, la flat tax per le partite Iva e la patrimoniale invocata dal Pd e da Leu restano un «nodo politico da chiarire», passando così la palla al ministro dell'Economia Daniele Franco. Per i redditi finanziari (attualmente tassati mediamente al 26%) si auspica un intervento complessivo di rivisitazione che preveda la creazione di un'unica categoria redditi finanziari e l'unificazione del criterio e la modifica della tassazione della previdenza complementare. Bocciato, infine, un emendamento del Pd sul riordino complessivo dei valori catastali. Per quanto riguarda la tassazione delle imprese, infine, si auspica un «superamento dell'Irap» e l'introduzione di un regime opzionale per le imposte sui redditi d'impresa (consentendo di scegliere tra flat tax e aliquota al 24% con detrazioni).

«Occorre un'opera di razionalizzazione: è fondamentale concentrare risorse sulla riduzione del prelievo su fattori produttivi», in quanto, "il cuneo sul reddito da lavoro è particolarmente elevato e questo costituisce un ostacolo alla crescita delle imprese e dell'occupazione stabile», ha detto ieri il ministro Franco. «Le parole d'ordine negli anni 70 erano state redistribuzione e progressività. Oggi, per fortuna, sono crescita e semplificazione.

E questa è anche una vittoria culturale di Forza Italia», ha commentato Sestino Giacomoni del coordinamento di presidenza azzurro.

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