Politica

Il ricatto dei 5s a Draghi: "Modifiche o dimissioni dei ministri"

Fabiana Dadone ospite su Rai 3 ha paventato la possibilità che il M5s ritiri i suoi ministri nel caso in cui la riforma della giustizia passi senza modifiche

Il ricatto dei 5s a Draghi: "Modifiche o dimissioni dei ministri"

Si infiamma lo scontro sulla riforma della Giustizia del ministro Cartabia. Durante la conferenza stampa che ha fatto seguito al Consiglio dei ministri del 22 luglio, Mario Draghi ha annunciato che è stato dato l'ok all'unanimità per porre la questione di fiducia in Parlamento. Il Movimento 5 stelle ha presentato oltre 900 emendamenti alla proposta di Marta Cartabia e oggi il ministro delle politiche giovanili Fabiana Dadone, ospite di Agorà su Rai 3, ha voluto dare una prova di forza del M5s, paventando le dimissioni dei ministri pentastellati in caso di mancate modifiche alla riforma.

Insieme al via libera alla questione di fiducia "è stato posto l'accento rispetto al fatto che c'è comunque un'apertura, sia da parte del presidente Draghi che della ministra Cartabia, perché si sono resi conto che la riforma così come presentata rischia di avere delle fasce di impunità". Questo ha dichiarato Fabiana Dadone ospite su Rai 3, per poi aggiungere: "Il Parlamento è giusto che presenti gli emendamenti, e la nostra forza, il M5S, che è sensibilissima sul tema della prescrizione ne ha preparati oltre 900".

Su questi emendamenti, il ministro chiede che venga aperta una discussione per integrare e modificare la riforma della Giustizia di Marta Cartabia. Se la riforma dovesse passare senza i significativi cambiamenti chiesti dal M5s, Fabiana Dadone non esclude la possibilità che il MoVimento ritiri i suoi ministri dall'esecutivo Draghi: "Credo sia una cosa da valutare assieme a Giuseppe Conte. È un'ipotesi che sicuramente bisognerebbe valutare".

Questa mattina, Marta Cartabia ha inaugurato il congresso nazionale forense ed è tornata sulla riforma della Giustizia, rassicurando che "nessuno vuole comprimere né elidere i diritti dei cittadini: ciò che viene proposto non è di cancellare i diritti delle parti, né tanto meno della difesa ma di esercitarli in modo diverso". Il ministro non ha escluso che possano esserci modifiche prima di arrivare all'approvazione, perché "la proposta di riforma del processo penale come tutto è perfettibile, non è mio temperamento incaponirmi su una idea, so bene che tutte le leggi sono riformabili, ma quella riforma va guardata nella sua interezza". Quindi ha spiegato che per la sua stesura si sono concentrati "su un singolo aspetto che è correggibile ma è una riforma che cerca di intervenire su tutto il processo per aggredire il problema dell'eccessiva durata".

Davanti agli avvocati del congresso nazionale forense, Marta Cartabia ha tracciato la road map: "In 5 anni siamo chiamati ad abbattere del 40% la durata dei processi civili, non perdiamo di vista la meta dalla quale dipende l'erogazione di 204 miliardi per il nostro Paese". Inoltre, il ministro ha richiamato ogni avvocato alle sue responsabilità: "So che ci sono alcune preoccupazioni ma non posso non rinnovare a ciascuno dei 240mila avvocati italiani di farsi carico con me a provare ad arrivare a quella meta".

Per concludere il ministro della Giustizia ha dichiarato: "Non mi sottraggo alle mie responsabilità, sono dure, esigenti ma andiamo avanti, però ho bisogno di ciascuno di voi, non posso farcela portando avanti da sola un'ipotesi che deve affrontare i problemi che derivano da decenni di disattenzione alla giustizia italiana".

Commenti