Riforme, la bufala colossale degli 8mila emendamenti

Svelato il trucco dell'ostruzionismo dell'opposizione: nelle proposte di modifica i parlamentari danno libero sfogo alla fantasia. E molte sono scritte in fotocopia

Paola Taverna nel quartier generale del M5S
Paola Taverna nel quartier generale del M5S

La carica degli ottomila emendamenti presentati dalle opposizioni al ddl costituzionale scatena la fantasia dei politici, dell'uno e dell'altro schieramento, impegnati nella ricerca dell'iperbole di maggiore effetto. Un crepitio di pirotecniche accuse che oscillano tra il «colpo di Stato» da realizzare a colpi di ghigliottina sui tempi del dibattito e l'indignazione per la «palude» in cui si vogliono fare affondare le Camere. Ma al di là dei giudizi sull'ostruzionismo in sé, ci sono anche i contenuti degli emendamenti a fotografare e dare libero sfogo alla fantasia dei proponenti.

«Quando la realtà supera la fiction. Neanche in una puntata di House Of Cards !» commenta Alessandra Moretti. E nel Pd c'è anche Ernesto Carbone che si occupa di spigolare nei libroni degli emendamenti per pubblicare brandelli delle proposte più strane. Quello che riceve più consensi in questa speciale classifica è quello che propone di «sostituire la parola “Camera” con la parola “Gilda”», con Rita Hayworth schierata in difesa delle libertà costituzionali, magari in effigie al posto del Fregio del Sartorio. Ma sono tante le proposte parlamentari che si appuntano sulla necessità di aggiornare nomi delle istituzioni evidentemente considerati obsoleti o non in linea con il vento anti-Casta. In luogo della Camera dei deputati, figurano «Curia degli eletti», «Corte nazionale», «Coorte dei rappresentanti», e poi ancora «Bulè», «Congregazione», «Ecclesia», «Corporazione», «Adunanza», «Duma», «Dieta», «Assise», «Assemblea». Così anche per il Senato: «Consiglio federale delle Regioni», «Consiglio federale della Repubblica», «Consiglio dei rappresentanti dei territori», «Consiglio dei rappresentanti delle autonomie territoriali», «Senato dell'Autonomia», «Senato federale della Repubblica». Il metodo è semplice. Per bloccare l'aula di Palazzo Madama, lo stratagemma più veloce è usare lo stesso «format», applicando a esso le variazioni sul tema più disparate. Un'altra «serie» è quella relativa ai numeri. Quando si parla della consistenza della Camera e del Senato, un ottimo modo per ingolfare i lavori è presentare decine di proposte chiedendo che Montecitorio sia composta da 351, 310, 300, 40 deputati.

Naturalmente il fenomeno non passa inosservato. Su Twitter spopola l' hashtag #mementoEmendamento , con gli utenti impegnati a diffondere a piene mani fantasie e ironie sul tema. Ma spesso la realtà supera la fantasia e i senatori vincono sul terreno della bizzarria. I leghisti, ad esempio, suggeriscono bandiera e inno per ogni regione d'Italia. I grillini incappano in sfondoni o errori di battitura, ricordando che «la Camera è letta con suffragio universale e diretto». E ci sono anche coloro - tra questi Augusto Minzolini, uno dei grandi protagonisti dell'ostruzionismo parlamentare - che propongono di «acquistare la cittadinanza italiana».

I meccanismi per il «filibustering» sono affilati e collaudati, talvolta scoperti, talvolta nascosti. E come sottolinea il sito Giornalettismo , emendando, emendando si scova anche «l'emendamento trappola», l'1.0.22, presentato dal leghista Stefano Candiani. Un testo che recita: «Fermi restando i dodici deputati eletti nella circoscrizione Estero, la legge costituzionale stabilisce il numero minimo dei rappresentanti delle minoranze linguistiche fra i cinquecento deputati eletti a suffragio universale». E che, come spiega Libero , è un unico comma «aperto» che se modificato (tramite voto segreto, trattandosi di minoranze linguistiche) potrebbe rappresentare una sorta di cuneo, una matrioska o una bomba a grappolo con cui far saltare l'impianto della riforma.

L'altro tentativo degli «ostruzionisti» è quello di evitare il cosiddetto «canguro», ovvero la scorciatoia che consente di far votare insieme più emendamenti con contenuti simili. Una pratica che la maggioranza proverà a mettere in campo per centrare il traguardo dell'8 agosto. E «saltare» sopra la ragnatela degli emendamenti blocca-riforme.

Un altro sistema per moltiplicare gli emendamenti sullo stesso è quello applicato al numero dei componenti di Montecitorio. Chi punta su 351, chi su 310, chi su 300 e c'è chi arriva a proporne solo 40

I grillini mettono tra le proposte che «La Camera è letta con suffragio universale e diretta». E in un altro emendamento si propone di «acquistare la cittadinanza italiana», non si sa a che prezzo però...

di Fabrizio de Feo

Roma

C'è chi propone di sostituire la parola Camera con Gilda. Ma i sinonimi si sprecano negli emendamenti: Curia degli eletti, Corte nazionale, Coorte, Bulè, Dieta, Duma, Assise, Adunanza. E molti altri

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