S ono passati solo pochi giorni, ma lui già guarda avanti. Con disinvoltura, se non con cinismo. «Sono ragazzini - afferma il padre dei due fratelli marocchini arrestati per i terribili stupri di Rimini - fra due anni usciranno dal carcere, andranno a lavorare, si faranno delle famiglie e faranno figli». Un ragionamento limpido, spiegato davanti alle telecamere di Matrix e andato in onda l'altra sera nel corso del programma condotto da Nicola Porro.
Parole chiarissime che possono urtare la sensibilità delle vittime e dei telespettatori, ma che in qualche modo colgono l'anomalia italiana. Quel sistema colabrodo che l'uomo aveva già sfruttato negli anni scorsi. Il capofamiglia infatti aveva commesso più di un reato e per questo era stato espulso, ma poi dal Marocco era ritornato nel nostro Paese aggrappandosi alla legislazione buonista: aveva fatto pesare il fatto di avere quattro figli minorenni. Ora, dopo essersi messo in salvo grazie a loro, cerca di aggiustare pure le loro posizioni, utilizzando lo scivolo dell'eta': 17 e 15 anni non ancora compiuti.
Esagera? No, pensa l'opinione pubblica, frastornata dalle carceri con le porte girevoli. Certo, due anni paiono davvero pochi ma i precedenti illustri, a cominciare dalla terribile mattanza compiuta a Novi Ligure da Erika e Omar, non rassicurano chi vorrebbe una pena esemplare dopo l'esplosione di tanta violenza sul lungomare di Rimini.
Sulla carta, i fratelli, accusati di reati pesantissimi come la violenza sessuale di gruppo e la rapina aggravata, rischiano condanne altissime: fra i 20 e i 30 anni secondo una proiezione, teorica, della procura di Rimini. Ma poi bisogna considerare gli sconti, le attenuanti, più in generale il metro impiegato dai giudici con i giovanissimi. Erika, che insegui e massacrò prima la madre e poi il fratellino, si prese 16 anni, Omar 14. E parliamo di un duplice, efferato omicidio. Ambra che a Chiavenna fu fra le carnefici di suor Laura, se la cavò con 12 anni e 4 mesi.
Erika, Omar, Ambra e tanti altri giovanissimi protagonisti della cronaca nera sono fuori da tempo, restituiti al circuito della società. «Per i minorenni - dice l'avvocato penalista Nicola Madia, assegnista di ricerca all'università di Tor Vergata - è previsto lo sconto fino a un terzo della pena. Poi può intervenire un'altra robusta sforbiciata se si sceglie il rito abbreviato. Alla fine la pena si dimezza. Ma io credo che a Rimini i giudici saranno molto rigorosi».
I calcoli sul pallottoliere sono difficili e prematuri e però si può sostenere che vent'anni virtuali di galera potrebbero scendere vertiginosamente fino a 10 sfruttando il doppio bonus del rito e della situazione anagrafica. Le posizioni di tre degli indagati - il quarto è maggiorenne - potrebbero essere differenziate. Successe a Brescia, in un'altra terribile pagina di cronaca nera: l'atroce fine di Desirée Piovanelli, violentata e accoltellata senza pietà dal branco. I tre baby assassini furono condannati rispettivamente a 18, 15 e 10 anni.
I paragoni valgono fino a un certo punto, ma il papà marocchino, a sua volta in una paradossale e incredibile situazione di detenzione domiciliare nella sua casa «prigione» di Vallefoglia, fra le dolci colline delle Marche, non straparla. Fra dieci anni è probabile che i suoi ragazzi siano di nuovo in famiglia. Con il papà, la mamma, denunciata per stalking dai vicini di etnia araba, il terzo fratello e la sorellina. A rovinare il lieto fine potrebbe certo arrivare in un futuro remoto l'espulsione dell'intera famiglia che finora è rimasta contro tutto e tutti.
Ma anche qui conviene mettere le mani avanti: i precedenti tentativi sono falliti e molti casi consigliano prudenza. Igor il russo che poi russo non era, girava allegramente per le campagne dell'Emilia: dovevano rispedirlo in patria ma era rimasto qua. Forse pure adesso che tutti lo cercano è ancora in Italia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.