Rimpiattino sulle armi chimiche. L'Onu smonta le accuse russe

Mosca convoca un Consiglio di sicurezza: "Gli Usa le hanno portate in Ucraina". Ma non ci sono prove

Rimpiattino sulle armi chimiche. L'Onu smonta le accuse russe

La sigla NBC che utilizzano i militari e gli analisti per descrivere questa branca delle operazioni belliche è all'apparenza neutra, ai non addetti ai lavori può suonare come un acronimo qualunque. Ma racchiude, come un vaso di Pandora, tre tremende parole: «Nucleare», «Batteriologico» e «Chimico» parole che negli ultimi tre giorni hanno iniziato a rimbalzare sempre di più nei media e nei canali della diplomazia internazionale.

Mosca, sempre più isolata e messa sotto accusa per la brutale gestione del conflitto con l'Ucraina ha cercato di contrattaccare direttamente all'Onu. Ha chiesto per ieri la convocazione di un Consiglio di Sicurezza per discutere le «attività biologiche militari americane in Ucraina». Scontate ma sostenute da un buon numero di evidenze le risposte di Washington. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price, ha affermato che Mosca «sta inventando falsi pretesti nel tentativo di giustificare le proprie azioni orribili in Ucraina». Anche la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki: «È la Russia che ha una lunga e ben documentata esperienza nell'uso di armi chimiche». Il presidente ucraino Zelensky ha replicato ventilando l'ipotesi che si tratti di qualcosa di più di disinformazione:«Se vuoi conoscere i piani della Russia, guarda cosa la Russia accusa gli altri di pianificare». In ogni caso durante la seduta l'ambasciatore russo alle Nazioni unite, Vasily Nebenzya, ha chiesto «di riflettere su un molto reale pericolo biologico per la popolazione di tutti i Paesi d'Europa che può venire dalla diffusione incontrollata di agenti biologici dal'Ucraina... Visto l'interesse che gruppi estremisti in Ucraina hanno mostrato verso il lavoro con patogeni pericolosi condotti con il ministero della Difesa degli Usa». La risposta dell'Onu è stata tranchant: «Non siamo a conoscenza di alcun programma di armi biologiche in Ucraina». Lo ha dichiarato l'Alto commissario per il disarmo, Izumi Nakamitsu. L'ambasciatore britannico Barbara Woodward si è tenuta lontana dal classico linguaggio diplomatico: «Non siamo qui per sentir propaganda, non c'è uno straccio di prova». La rapresentante Usa all' Onu, Linda Thomas-Greenfield, ha risposto, sposando le paure di Zelensky: «Noi crediamo che la Russia possa usare agenti chimici o biologici come parte di attacchi false flag o in supporto di azioni militari tattiche». L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha «raccomandato» al ministero della Salute Ucraino di distruggere «gli agenti patogeni pericolosi» che potrebbero esserci nei laboratori del Paese, per evitare «eventuali fuoriuscite». Insomma evitare che Mosca possa cercare l'incidente. Più morbida la posizione cinese verso Mosca: «Se in Ucraina non ci sono armi chimiche, basta fornire le prove». Ma Pechino ha fatto capire all'Onu che non appoggerà escalation russe.

Ovviamente la situazione ha fatto salire il livello di panico. Ieri il New York Times citando l'Intelligence ucraina riferiva sospetti sulla « preparazione di un attacco terroristico» a Chernobyl per poi accusare gli ucraini. Qualche esperto ha iniziato a temere che Putin usi piccole testate nucleari e poi finga un incidente...

Ovviamente nel «fumo della guerra» è difficile capire se si tratti di sola propaganda o il vaso di Pandora dell'NBC si avvicini alla crepa fatale. Di certo Biden ha mandato un messaggio: «La Russia pagherà un prezzo severo se userà armi chimiche».

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