L'ultimo a iscriversi nella lunga lista dei sostenitori del «quoziente familiare», ossia la rimodulazione delle aliquote Irpef in base al numero dei figli, è stato il segretario del Pd, Matteo Renzi. In una recente intervista ha proposto di introdurre un bonus da 80 euro per ogni figlio minorenne, una sorta di detrazione da mille euro l'anno per ogni figlio che costerebbe complessivamente 10 miliardi di euro all'incirca. Prima di lui ci aveva provato l'ala cattolica moderata e centrista del Parlamento, cioè Pier Ferdinando Casini e, nelle sue varie declinazione pre- e post-berlusconiane, Angelino Alfano.
Come visto, la proposta costa molto e la sua copertura richiede risorse pari a quelle del bonus da 80 euro attualmente in vigore oppure tagli veri (e non finti) alla spesa pubblica. Il governo Renzi ha preferito le unioni civili. Costano molto meno.
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