"Riportiamo in Europa l'orgoglio di dirsi cristiani, liberali e moderati"

Al via oggi a Roma la due giorni del Ppe coordinata da Tajani. Il capodelegazione azzurro: "Saremo protagonisti alle Europee '24"

"Riportiamo in Europa l'orgoglio di dirsi cristiani, liberali e moderati"
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«L'Europa al centro del progetto politico del Partito popolare europeo: è questo il messaggio che vogliamo confermare nei nostri incontri di Roma». Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e coordinatore nazionale di Forza Italia, lancia la due giorni del Ppe in Italia, organizzata a Roma con Manfred Weber, presidente del gruppo popolare al Parlamento Europeo. Per l'occasione, sono stati invitati i 177 parlamentari e i dirigenti europei del partito.

Onorevole Martusciello, occhi puntati sul Ppe con la due-giorni di Roma.

«Il Ppe comincia a preparare la sfida epocale delle prossime europee. Si confronteranno due modelli diversi: quello dei socialisti che punta alla distruzione delle imprese, allo svilimento dell'agricoltura ed il nostro che sostiene le imprese, i ceti produttivi ed un'agricoltura che rispetta l'uomo e la natura».

Ci può anticipare qualche tema di questo evento?

«Tra i temi di oggi c'è quello dell'orgoglio cristiano che torna a riaffacciarsi dopo anni di timidezza. Abbiamo assistito a dibattiti surreali, come quello sulle rimozioni dei crocifissi dalle aule scolastiche, mentre in tanti Paesi del mondo i cristiani vengono massacrati. Il Ppe riparte dalle sue radici cristiane».

A proposito di parlamento europeo, nella sua ultima intervista Berlusconi alza l'asticella: un cambio di passo a Bruxelles con una maggioranza di centrodestra.

«Le idee del presidente Berlusconi sono come sempre lungimiranti. La cosiddetta maggioranza Ursula è finita nel momento in cui i socialisti, pur essendo minoranza in Europa, hanno avuto il sopravvento sui loro temi ideologici. L'esperienza della von der Leyen, con quel tipo maggioranza, è al capolinea. Solo una maggioranza di centrodestra può dare all'Europa la certezza della sua sopravvivenza».

Praticamente la campagna per le europee del '24 è aperta. Il sistema proporzionale vi obbliga a una campagna identitaria. Su cosa punterete?

«Forza Italia punta a un nuovo Sud capace di attrarre investimenti in un Paese che mette al primo posto la difesa delle sue eccellenze: dall'automotive, al packaging, alle cartiere. Siamo un Paese che, con la forza dei numeri che ha, non ha paura di andare a un confronto duro con i tedeschi per difendere la propria identità».

Salvini sembra aver archiviato, per il momento, l'idea di un ingresso della Lega nel Ppe.

«Entrare nel Ppe è un processo lungo che richiede una condivisione di valori. Al centro, sempre più singoli e partiti ci chiedono di correre insieme alle europee».

Quasi un anno fa la nomina a commissario in Campania, regione dove Forza Italia continua a essere leader tra i partiti di centrodestra.

«Ho ricostruito Forza Italia partendo dai giovani e dagli amministratori locali, con il loro entusiasmo. Alle politiche la Campania è stata tra le regioni più azzurre d'Italia. Con orgoglio dico che siamo il primo partito della coalizione di centrodestra. Ho applicato i principi del presidente Berlusconi: far entrare chi è migliore di te, non temere il confronto, aprire il partito alla società civile».

Le Regionali fra due anni. Una delle poche regioni rimaste di centrosinistra.

«Sceglieremo i candidati in anticipo e in accordo

con gli alleati. Vinceremo noi. Non si ripeterà più quanto accadde nel 2020 con la disfatta di Caldoro o con gli ultimi tre candidati sindaci del centrodestra al comune di Napoli passati con il centrosinistra dopo il voto».

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