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"Risarcire le imprese al 100%". I costi delle false partenze

Regioni in pressing dopo i continui stop. Il Piemonte scrive a Draghi: "Spese extra per chi doveva riaprire"

"Risarcire le imprese al 100%". I costi delle false partenze

Il governo non dà cifre. Silenzio sul decreto ristori nonostante sia atteso in tempi brevissimi. Oggi il voto di fiducia dell'esecutivo guidato da Mario Draghi, sia alla Camera sia al Senato. Sì scontato dai due poli della maggioranza, la sinistra rappresentata dal costituendo intergruppo Pd-M5s e Leu da una parte, Forza Italia e Lega dall'altra. Ma le diverse anime della coalizione che sostiene l'esecutivo sono anche concordi nel cercare un risarcimento per le imprese del turismo invernale, colpite da una stagione che ormai è saltata.

Dal primo incontro tra il ministro del Turismo Massimo Garavaglia e le regioni dell'arco alpino è emersa la volontà di «risarcire» le aziende. Fare più dei ristori, quindi.

Ieri il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha scritto una lettera al premier Draghi per suggerire un metodo: risarcire il 50% dei ricavi annuali degli impianti (per il Piemonte 60 milioni di euro). Poi un indennizzo pieno, al 100%, per «i costi aggiuntivi causati dalle cinque false partenze subite dal comparto fin dall'avvio della stagione invernale». Cirio elenca lo stillicidio di rinvii: «La prima per il ponte dell'Immacolata, poi ancora il 20 dicembre, il 7 e 18 gennaio e adesso il 15 febbraio), che hanno generato un aumento dei costi fissi del 20%».

A indispettire tutte le aziende del turismo invernale il fatto che fossero stati decisi con il governo i protocolli di sicurezza da seguire. Le aziende si sono adeguate, investendo.

Tutto dipende da quante risorse il governo vorrà mettere a disposizione. Al governo Conte II erano stati chiesti 4,5 miliardi di euro. Il conto, con l'ultimo lockdown della neve deciso dal ministro della sanità Roberto Speranza, dovrebbe avvicinarsi a 6 miliardi.

Di ristori e compensazioni ha parlato il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci. Tema al centro dell'incontro che si è tenuto ieri tra Matteo Salvini e il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti. L'economia trentina è tra le più colpite.

La Conferenza delle regioni rimane sul piede di guerra. «Non può succedere, e spero non succeda mai più, che solo 10 ore prima venga detto a chi ha speso soldi per sistemare le piste, assumere personale e fare prenotazioni in alberghi o di ski pass che non possono aprire. Questo è intollerabile», ha attaccato il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini.

Le aziende degli impianti di risalita e le strutture ricettive sono alle prese con le richieste di rimborsi. La Federconsumatori ha dato indicazioni su come richiederli. Agli impianti i cittadini potranno chiedere il rimborso/voucher se la formula sottoscritta prevedeva la cancellazione o il rimborso. Più complesso il rimborso in caso di prenotazioni alberghiere: il fatto di non poter sciare non è legato, infatti, al soggiorno, che rimane fruibile. Restano le spese sostenute dalle aziende.

In quel caso sarà lo Stato a dovere risarcire.

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