Rischiare la vita per il progresso, non per business

Rischiare la vita per il progresso, non per business

L a storia del progresso è da sempre una collezione di successi e fallimenti. Eroismo e ambizione. L'ideale a braccetto con il calcolo dello speculatore. L'intuizione pura come un giglio e la sua applicazione in un mondo vorace, pronto a colonizzare e sfruttare la scoperta. È sempre andata così e non c'è da scandalizzarsi: chi ha spostato anche di un millimetro i confini della scienza e della conoscenza ha sempre messo in gioco la routine. Il rischio, il gioco dei dadi, la temerarietà sono i colori delle terre nuove che emergono dalle nebbie dell'ignoranza. Valeva per Cristoforo Colombo e la sua ciurma, valeva per gli astronauti, e qualcuno non è più tornato pur disponendo di pulsanti e congegni da fantascienza, vale per le frontiere della medicina. Il camice bianco affonda il bisturi: funzionerà? A volte sì, talvolta no, comunque la sconfitta preparerà la vittoria successiva nell'interminabile corpo a corpo con il mistero.

Ma se il conteggio cinico è la sola bussola e se le cifre da ragioniere chiudono tutto l'orizzonte, allora i granelli del sogno diventano macigni: affondano la dignità e sporcano pure irrimediabilmente gli sforzi di chi ha orchestrato la partita. Quando gli inglesi all'inizio del Settecento sperimentarono il vaccino contro il vaiolo, i primi a testarlo furono alcuni prigionieri. Il patto era chiaro: le cavie umane, perché di questo si trattava, si sarebbero immerse nell'ignoto, ma se ne fossero uscite vive avrebbero ricevuto in dono la libertà. Il baratto, discutibile fin che si vuole, premiò quel manipolo di ardimentosi che non aveva nulla da perdere. Salvarono la vita, si sfilarono le catene. Le prove effettuate dai grandi brand dell'automobilismo made in Germany raccontano invece, almeno a quel che filtra per ora, un'altra storia. Cupa e avvilente: inganni e sotterfugi, scimmie e uomini messi lì, a respirare gas di scarico. Non c'è più la proporzione fra costi e benefici, c'è solo il pedale del ritorno economico spinto a tavoletta. Non c'è nemmeno più, a pensarci bene, il volontario che distilla gocce di sacrificio, ma solo carne umana disponibile. Massa da manovra per disegni dall'occhio rapace.

Si va in cielo fra mille tornanti e qualche volta a un passo in avanti segue quello indietro.

Chi però prende la scorciatoia, pensando di essere più furbo degli altri e di aggirare le colonne d'Ercole, finisce sempre contro uno scoglio. E in un'aula di tribunale. Per aver profanato la sorgente della creatività, promettendo un elisir che era solo veleno.

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