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A rischio il Recovery fund Per la ripresa resta solo un mini taglio del cuneo

Domani al Cdm la bozza della manovra A Bruxelles i veti frenano Next generation Eu

A rischio il Recovery fund Per la ripresa resta solo un mini taglio del cuneo

Legge di bilancio con poche risorse. La prospettiva che anche quelli del Recovery fund arrivino in ritardo è sempre più concreta, ma governo e maggioranza si muovono come se stesse iniziando una sessione di bilancio come un'altra. Ieri, mentre al Consiglio europeo di Bruxelles il premier Giuseppe Conte assisteva all'ennesimo stop alla trattativa sul bilancio europeo e Next generation Eu, a Roma i partiti della maggioranza piazzavano bandierine sulla manovra. Temi che saranno discussi domani al Consiglio dei ministri, con l'approvazione del Documento programmatico di bilancio.

Tra le proposte dei ministeri, l'unica certa è la stabilizzazione del taglio del cuneo fiscale, che secondo le tabelle del Dpb circolate ieri costerà 1,8 miliardi di euro all'anno

In arrivo anche la conferma dell'estensione del bonus Renzi per i redditi fino a 40 mila euro. Se l'indiscrezione fosse confermata potrebbe significare che il governo ha definitivamente rinunciato alla riforma dell'Irpef «alla tedesca» con aliquota continua.

Sicuro anche l'assegno unico per i figli, sostenuto anche dai partiti di maggioranza, con il M5s che chiede di estenderlo ai figli fino a 21 anni.

Lo scontro tra partiti si consuma soprattutto su plastic e sugar tax che Italia viva di Matteo Renzi vorrebbe eliminare, ma che il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri preferirebbe sospendere, come richiesto dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

Per accontentare le imprese, il ministro allo Sviluppo Stefano Patuanelli, tra le proteste dei sindacati, ha annunciato la fine del divieto di licenziare e una conferma degli ammortizzatori sociali. Tra le richieste degli ultimi giorni, quella di intervenire sugli accertamenti fiscali ripartiti mercoledì, con un rafforzamento della rateizzazione.

Pressioni di Pd e Iv anche sugli aiuti alle imprese. I dem vorrebbero interventi mirati per i settori in crisi, i renziani puntano su incentivi per favorire aggregazioni di impresa, la proroga del credito di imposta per le spese sostenute per la quotazione in Borsa e un ulteriore rafforzamento dei Pir, i piani individuali di risparmio.

Difficile accontentare tutti. La manovra sarà di circa 40 miliardi, più della metà in deficit, per finanziare l'assegno unico. Ci sono almeno 3 miliardi di spese indifferibili e anche gli aumenti per il contratto degli statali. Sarebbero 500 milioni di euro, anche se ieri il ministro della Pa Fabiana Dadone ha smentito.

Il tutto in attesa dei fondi europei. Ieri la Bei, banca europea degli investimenti ha annunciato di avere versato il primo prestito da un miliardo di euro a tasso zero per le spese sanitarie. Il Mes per il momento può attendere, ma un cambio di rotta potrebbe arrivare a giorni.

Il Recovery fund è ancora arenato. La presidente della Commissione Ursula Von der Leyen ieri ha abbandonato i lavori del Consiglio europeo spiegando via twitter che un membro del suo staff è positivo al coronavirus e, di conseguenza, di essere costretta a mettersi in autoisolamento.

Il tema del bilancio è stato stralciato dall'ordine del giorno, ma è continuato lo scontro tra Parlamento e Consiglio europeo. Le diplomazie sono al lavoro per trovare un compromesso sullo requisito dello stato di diritto, avversato dalla Polonia e difeso dall'Eurocamera. Poi le risorse proprie. La cancelliera Angela Merkel ha auspicato una soluzione veloce. Ad averne interesse è soprattutto l'Italia. Se slittasse il piano resterebbe solo la legge di Bilancio.

E non è molto.

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