Elezioni Regionali 2020

Il risiko delle Regionali che mina la poltrona di Conte

Le Regionali di settembre sono il vero spartiacque della legislatura: se la maggioranza conservasse solo Lazio, Toscana e Campania, il governo sarebbe a rischio

Il risiko delle Regionali che mina la poltrona di Conte

Settembre si avvicina e nel governo Conte la tensione cresce giorno dopo giorno. L'appuntamento al quale la maggioranza non può mancare è l'election day di metà mese: nelle sette Regioni chiamate al voto (Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Valle d'Aosta e Veneto) si deciderà il futuro dell'esecutivo, sempre più provato dai malumori tra gli attori giallorossi. E così le Regionali si presentano come un vero e proprio spartiacque della legislatura.

Secondo quanto riporta ItaliaOggi, il leader della Lega Matteo Salvini avrebbe spiegato ai suoi di potersi accontentare di un 5 a 2 per il centrodestra. Ma la speranza di finire con un bel 7 a 0 non abbandona ancora il Capitano. E così il Pd deve darsi da fare per limitare gli eventuali danni ed evitare che il governo giallorosso arrivi al capolinea. "Marche e Puglia sono regioni tutt'ora contendibili. Così come lo è la Liguria, anche se Toti sembra avere un passo superiore rispetto al suo avversario. Ma se teniamo botta in queste regioni ed in Toscana, oltre a mantenere la Campania, il governo è salvo". Questa è la visione in casa Pd che però deve tenersi pronto anche in caso di sconfitta. Conservando solo Lazio, Toscana e Campania la maggioranza inizierebbe a traballare vistosamente e per Giuseppe Conte sarebbero guai. Il terreno sotto ai suoi piedi sta già scricchiolando e il risultato delle Regionali potrebbe essergli fatale.

La mappa delle Regioni

Con le ultime tornate elettorali il centrodestra ha aumentato il suo vantaggio sul centrosinistra nel numero di regioni governate. Dopo il voto del 26 gennaio 2020 - che ha riconfermato i dem in Emilia Romagna e portato alla vittoria di Forza Italia in Calabria -, la coalizione formata da Lega, FdI e FI guida 13 Regioni contro le 6 del centrosinistra. Al totale va poi aggiunta la Valle d'Aosta che è a guida autonomista.

E ora il governo si prepara a nuove elezioni: uno spartiacque che metterà in luce la solidità del governo. Per il Capo dello Stato Sergio Mattarella un risultato elettorale opposto alla maggioranza al governo sarebbe un grande impiccio. A far tremare i giallorossi anche l'ultimo sondaggio di Swg che registra il Carroccio al 26,3%, mentre i dem non vanno oltre il 19,8%. La Lega si conferma primo partito con il Pd che resta sotto la soglia del 20%. I grillini recuperano punti e si fermano al 16%, seguiti da FdI al 13,9%.

In generale, la coalizione di centrodestra intercetta ad oggi il 46,4% dei voti, mentre la maggioranza al governo non va oltre al 42,6%.

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