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Risiko giallorosso: Fico a Napoli, Camera al Pd

Vicina la candidatura a sindaco. Per la presidenza le ipotesi di Fassino e Franceschini

Risiko giallorosso: Fico a Napoli, Camera al Pd

Stavolta tutte le strade portano a Napoli. Le comunali nel capoluogo campano, rinviate al prossimo autunno causa Covid, potrebbero aiutare a risolvere molte grane all'interno dell'alleanza tra M5s e Pd. La città toccherebbe ai grillini. Circola da mesi l'indiscrezione secondo cui il presidente della Camera Roberto Fico sia pronto a candidarsi per prendere il posto di Luigi De Magistris. Dopo la blindatura della regola del doppio mandato da parte di Beppe Grillo, il tam tam si è fatto più insistente. Tanto che diverse fonti danno per imminenti le dimissioni di Fico dalla presidenza di Montecitorio. L'esponente pentastellato si butterebbe così in campagna elettorale, appoggiato dal centrosinistra. Il dirottamento della terza carica dello Stato verso Napoli favorirebbe lo scioglimento di alcuni nodi politici. A livello di dinamiche interne al M5s, la candidatura di Fico risparmierebbe a Conte l'onere di piazzare un big importantissimo che ha scavallato il limite del secondo mandato. Non ci sarebbe bisogno di deroghe per permettere il tris in Parlamento a uno dei volti simbolo del Movimento. Anche perché pare che lo stesso Fico abbia accolto di buon grado la possibilità di giocarsi la poltrona di primo cittadino nella sua città natale. Dove ha mosso i primi passi nel meetup Amici di Beppe Grillo, antenato dei Cinque Stelle. «Mi piacerebbe fare il sindaco di Napoli - aveva dichiarato il grillino il 22 novembre scorso ospite a Mezz'ora in Più su Rai3 - amo la mia città, amo tutto di Napoli, è una città straordinaria e va valorizzata». Salvo poi aggiungere che non intendeva lasciare il suo incarico di presidente della Camera.

Ma adesso il quadro politico è cambiato radicalmente. E, settimana dopo settimana, Fico sale nel «borsino» dei papabili alla carica di sindaco di Napoli. Anche perché la scelta di una figura che ricopre una carica di così alto profilo istituzionale avrebbe l'effetto immediato di unire subito la coalizione in una delle grandi città al voto nei prossimi mesi. Poi, non da ultimo, si libererebbe il posto di presidente della Camera. Che, a quel punto, in un gioco di scambi all'interno del centrosinistra allargato agli stellati, sarebbe appannaggio del Pd. Secondo alcuni rumors, già fremono alcuni big dei dem. Si parla di Piero Fassino, storica personalità della sinistra, attualmente deputato e già sindaco di Torino.

Circola pure il nome di Dario Franceschini, adesso ministro della Cultura, peso massimo del Pd che rinuncerebbe a un posto nel governo.

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