In riferimento all'articolo apparso in data 2 gennaio 2015, su il Giornale dal titolo «Scavi di Pompei illuminati (ma soltanto dalle lucciole)» a firma di Nino Materi, la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia tiene a ribadire e sottolineare l'infondatezza della notizia scandalistica che oltre a fornire una rappresentazione assolutamente alterata di quanto accaduto compromette l'immagine del sito archeologico di Pompei.
Spiace constatare che la stampa utilizzi il sito di Pompei per motivi di puro richiamo mediatico non considerando che ciò è controproducente, creando un'immagine falsa e distorta della gestione dei Beni Culturali. Richiamare sulla stampa odierna un evento verificatosi nel mese di settembre è puro, bieco sensazionalismo; evento per il quale per giunta si era già inviata nota di rettifica al quotidiano che si era premurato di darne risalto, precisando che «l'intrusione non aveva nulla a che vedere con vicende di sesso».
Si specifica ancora che pur trattandosi di atteggiamenti deplorevoli e condannabili, si omette di chiarire l'efficacia dell'azione da parte della
videosorveglianza della Soprintendenza nell'individuare gli intrusi, e il pronto intervento da parte delle forze dell'ordine.Ufficio Stampa Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia
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