Coronavirus

Risse continue, depressione e zero alimenti le famiglie chiuse in casa stanno esplodendo

La quarantena esaspera i conflitti: c'è chi non paga e chi si vendica con i figli

C'è chi lavora tutto il giorno nell'auto pur di non avere a che fare con la famiglia, chi lancia piatti verso il coniuge, chi si attacca al telefono antiviolenza per chiedere aiuto. C'è chi non lascia vedere i figli all'ex in quarantena e chi non versa più gli alimenti perché non ha liquidi. Dentro i condomini avvolti da un silenzio surreale ci sono già brutte storie da raccontare. E tante richiese di aiuto. Ai carabinieri ma anche al commercialista o al legale. A cominciare dal quelle economiche. «Dopo il 112 quello dell'avvocato è il numero più gettonato in questi giorni» ammette amaramente l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell'Associazione avvocati matrimonialisti. «Ho appena parlato con un commerciante che non è in condizione di versare l'assegno a moglie e figli questo mese. Dove li prendo 1.500 euro che ho il negozio chiuso?».

Senza soldi «Un'altra cliente, senza lavoro con due figli, mi chiama leggendomi un sms dell'ex in cui è scritto: cara, questo mese non ti posso pagare l'assegno». Spiega il legale. «E più passano le settimane e peggio sarà. In Italia i separati sono circa 3 milioni».

Un fondo per la famiglia «Il problema è enorme aggiunge Gassani - perché se è vero che ci sono tanti ricchi, è anche vero che il piccolo artigiano e il commerciante possono essere in difficoltà, visto che da separati raddoppiano le spese. Così come il sostegno per il posto di lavoro è importante, lo è anche la famiglia se a chi ha bisogno degli alimenti per figli e casa, non arriva più un euro». Ecco dunque la richiesta. «Come Ami ho chiesto al governo di adottare misure ad hoc. Andrebbe cioè alimentato il fondo di garanzia (che già esiste) per assicurare la sopravvivenza di tante famiglie e soprattutto di tanti figli. Per il momento, però, la questione degli assegni di mantenimento per coniuge e figli non è stata nemmeno presa in considerazione dai decreti».

Case polveriera Ma c'è di peggio. Manuela Libralon, mediatore familiare, racconta: «Le case stanno assumendo l'aspetto di mini-polveriere. Ci sono rischi altissimi, di depressione, di aumento di violenza fisica. Le persone che si incrociavano un'ora a cena, adesso devono stare gomito a gomito per 24 ore. Ed è molto pericoloso». L'esperta racconta le ultime telefonate: «In una famiglia la moglie che stava per lasciare il marito, subisce insulti, continui attacchi d'ira, lanci di oggetti, il tutto davanti ai figli. E lei si sente in prigione. Ci sono donne picchiate da mariti irascibili che si sentono in gabbia. E la presenza dei minori non fa che aumentare la tensione».

Le sentenze in sospeso Convivenza forzata anche per chi aveva già deciso di lasciarsi. Ogni anno ci sono 54mila divorzi e 90mila separazioni. «Le cause di separazione fissate fino al 15 aprile saranno rinviate, non si sa a quando aggiunge Gassani - Questi rinvii costringeranno le coppie in attesa della prima udienza a stare sotto lo stesso tetto per chissà quanto tempo. Una tragedia».

Figli contesi E poi ci sono i figli da dividersi. I turni di cura dei due coniugi separati sono garantiti anche in questi tempi. «Ovviamente le modalità di esercizio del diritto di visita dovranno coniugarsi con le disposizioni generali: evitare gli spostamenti con mezzi pubblici, evitare di mettere in contatto i minori con situazioni potenzialmente a rischio. Ma il nodo cruciale riguarda gli spostamenti.

«Quando il padre vive in altra regione o città lontana si domanda Gassani - Prenderà tutte le precauzioni per gli spostamenti? Nessuno si è posto questo problema».

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