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Quella lunga "attesa" di Conte Perché ha parlato in ritardo

Il premier è atteso per "importanti comunicazioni". Ma dietro le quinte si consumano le liti sul Mes e sulla riapertura

Quella lunga "attesa" di Conte Perché ha parlato in ritardo

La conferenza stampa di Giuseppe Conte, anche se non è mai arrivata una comunicazione ufficiale sull'orario, era inizialmente prevista per le 14:00.

Ben presto i programmi sono stravolti. Nella tarda mattinata è andata in scena una lunga riunione tra Conte, i capidelegazione delle forze di maggioranza e i ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli. Alcune fonti hanno spiegato che l'incontro è stato "piuttosto movimentato".

Il confronto serviva per fare il punto sul nuovo Dpcm che il presidente del Consiglio avrebbe firmato di lì a poco. In un primo momento sembrava che i presenti al tavolo si dovessero soffermare solo sull'imminente decreto, e non anche sull'intesa raggiunta all'Eurogruppo in merito all'emergenza Covid-19 in vista del Consiglio europeo.

Successivamente sono filtrate tutt'altre indiscrezioni. Nella riunione, in corso da oltre sei ore, c'è spazio per il Dpcm ma anche per il famigerato accordo dell'Eurogruppo. Secondo quanto riferisce l'agenzia Adnkronos, sarebbe tutt'ora in fase di svolgimento una discussione piuttosto accesa sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes). Intanto la conferenza stampa del premier prevista per il primo pomeriggio continua a slittare.

I due nodi da sciogliere

Passano le ore e sulla pagina Facebook di Conte non appare alcuna diretta. L'ultimo post pubblicato è quello in cui il premier annuncia importanti aggiornamenti: "Io ho una sola parola: la mia posizione e quella del Governo sul Mes non è mai cambiata e mai cambierà. Più tardi in conferenza stampa vi aggiornerò su questo e su altre importanti questioni che riguardano il nostro Paese".

Che cosa sta succedendo? Secondo quanto riportato da un retroscena di Affariitaliani, Il confronto tra Conte e i capidelegazione dell'opposizione è serrato. Due sono i nodi da sciogliere. Il primo riguarda proprio il Mes e, nello specifico, come trattare la questione inerente al Fondo salva-Stati. Le alternative sono due: o si pone subito il veto a questo meccanismo oppure si dice di sì. Il Pd non sembrerebbe avere alcuna intenzione a rinunciare al Mes in formato Light in campo sanitario; dall'altra parte Conte e il Movimento 5 Stelle non vogliono nemmeno sentir nominare quella parolina composta da tre lettere.

Altro nodo spinoso: la riapertura dell'Italia. Il percorso a tappe verso la fase 2 procede a rilento. Le insistenti pressioni del comitato scientifico iniziano a infastidire il mondo della politica. Il ritornello che si ripete nei corridoi di Palazzo Chigi è uno: "A decidere il da farsi deve essere la politica".

Conte è tuttavia incerto sul da farsi. Prendere una decisione in piena autonomia, non avallata dal comitato, è un azzardo troppo grande. In caso di errore, il peso delle pressioni da sopportare sarebbe ingente. Nel frattempo continuiamo ad attendere la conferenza stampa del premier.

Solo nel tardo pomeriggio è apparsa sulla pagina social del premier l'annuncio di una conferenza stampa prevista per le 19:30.

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