Il ritocco costerà 538 euro a famiglia all'anno

Peggio per liberi professionisti e imprenditori. Lombardia e Trentino le più tartassate

Il ritocco costerà 538 euro a famiglia all'anno

Roma - L'aumento dell'Iva previsto dall'ultima manovra non sarà indolore per le famiglie italiane. Tutt'altro. La stangata peserà in media su ogni nucleo circa 538 euro, il che si tradurrà in una contrazione dei consumi pari allo 0,7 e una caduta degli acquisti che, secondo il Codacons, raggiungerà quota 27,5 miliardi di euro con effetti a cascata sul Pil, sull'occupazione e sull'intera economia.

Secondo i calcoli effettuati da Il Sole 24 saranno i liberi professionisti, gli imprenditori ad essere colpiti in maniera più pesante: per loro la tassa sale a 857 euro. Va male anche alle famiglie di Lombardia e Trentino Alto Adige, con aumenti che si attesteranno intorno ai 650 euro. Mentre al sud l'aumento della pressione fiscale peserebbe di meno, soprattutto in Calabria, Campania e Basilicata. Per quanto riguarda le città, invece, saranno più penalizzati gli abitanti delle aree metropolitane rispetto a quelli dei centri più piccoli. La diversa composizione del paniere di spesa, inoltre, farà in modo che il rialzo dell'Iva colpisca di più i single (tra i 18 e i 34 anni) e le famiglie numerose, cioè chi acquista maggiormente prodotti con aliquota al 22 per cento, che sono stati elencati da uno studio della Cgia di Mestre: abbigliamento, calzature, vino, mobili, biancheria per la casa, detersivi, pentole. L'aumento dell'aliquota Iva dal 10 al 13 per cento interesserà molti prodotti alimentari (carni, pesce, spezie, cacao, dolci, cioccolato, salse, condimenti acque minerali) e servizi (spettacoli teatrali, prestazioni alberghiere, somministrazione di alimenti e bevande), ma anche energia elettrica e gas per uso domestico, ristrutturazioni edilizie.

La Cgia di Mestre boccia l'ipotesi dell'aumento dell'Iva, anche se in forma selettiva, in cambio di meno Irpef, grazie all'introduzione della flat tax. «Se aumentasse l'Iva - sostiene il coordinatore dell'Ufficio studi, Paolo Zebeo - favoriremmo le esportazioni, ma penalizzeremmo i consumi interni.

A pagare il conto sarebbero le famiglie, ma anche gli artigiani, i piccoli commercianti e i lavoratori autonomi che vivono quasi esclusivamente di domanda interna». La Cgia fa notare che se non verrà disinnescato l'aumento, dal 2020 l'Italia sarà il Paese con l'aliquota Iva ordinaria più elevata dell'area Euro.

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