Il ritorno dei "pidocchi"

In origine fu Beppe. Non Stalin, ma Fioroni, a lasciare il "nuovo" Pd di Schlein.

Il ritorno dei "pidocchi"

In origine fu Beppe. Non Stalin, ma Fioroni, a lasciare il «nuovo» Pd di Schlein. Un ex democristiano, persino un po' troppo cattolico, dissero i suoi compagni. Meglio che smonti le tende. E anche quando ha annunciato l'addio Andrea Marcucci, alzatine di spalle di sufficienza. Un renziano, figurarsi, per di più antico deputato del Pli nell'ultima legislatura della prima Repubblica. Cosa ci faceva nel Pd? Purificare, bonificare! Gli animi di dirigenti e di militanti si sono invece più accesi quando ha detto adieu, camarades Enrico Borghi. Anch'egli a dire il vero veniva dalla Dc (quindi non un «puro») ma, forse perché da responsabile sicurezza aveva sempre battagliato con Salvini, il suo passaggio a Italia viva ha scatenato reazioni furibonde, fino ad intimargli di lasciare il Copasir, in perfetto stile partitocratico. Ma la botta finale (per ora) è quella della eurodeputata Caterina Chinnici. Anche lei non aveva il sangue purificato dal pedigree Pci-Pds ma, figlia di un magistrato eroe antimafia, magistrato anch'ella, rappresentava il simbolo perfetto per un Pd che, al sud, ha sempre monopolizzato la lotta alla criminalità organizzata - con il non detto che invece tutti gli altri partiti ne sarebbero collusi. Qui il colpo è stato pesante anche perché Chinnici non è passata con Renzi, come Marcucci e Borghi, ma proprio con Forza Italia, il «partito di Dell'Utri», che per i piddini incarna il male ancora più di Renzi. Abbiamo citato Stalin all'inizio perché molte reazioni, anche su questioni secondarie come i vestiti di Schlein (potrà spendere i suoi soldi come le pare?) troviamo tutti i residui di una antropologia comunista. Quella che portava Togliatti, negli anni Cinquanta, a trattare da «pidocchi», tutti i comunisti che osavano criticare la sua linea, cosa che portava all'immediata espulsione. I reprobi, a quel punto, perdevano anche tutte le amicizie, morivano socialmente e, nei centri minori della regioni rosse, i panettieri si rifiutavano persino di servirli. Per carità, a nessun partito fa piacere che importanti dirigenti se ne vadano: ma nel Pd c'è sempre un surplus di atteggiamento extra ecclesiam nulla salus, cioè non c'è salvezza al di fuori della chiesa, che deriva dall'antropologia comunista, che è una religione politica totalitaria. Per cui chi abbandona è un «traditore», che perde il rispetto non solo politico ma anche morale.

Al contrario una politica laica dovrebbe concepire il potersi lasciare serenamente, per un giorno poi magari ritrovarsi - quanti nei decenni hanno abbandonato Berlusconi per poi, tempo dopo, essersi riammessi al suo cospetto politico? Mentre per la sinistra Renzi è ormai un nemico eterno: lo era da segretario del Pd, lo è diventato ancora di più da quando ha usato uscire dalla chiesa. E così tutti gli altri. Unica nota positiva: Schlein è stata silente e forse lei, finalmente, ha davvero abbandonato l'antropologia liturgica comunista

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