Donald Trump è tornato, più agguerrito che mai. L'ex presidente americano è salito sul palco della convention repubblicana del North Carolina accolto, come ai vecchi tempi, da una lunga ovazione del suo popolo. Dopo oltre tre mesi lontano dal grande pubblico e un solo comizio a Orlando dopo aver lasciato la Casa Bianca, il tycoon si è regalato un bagno di folla nella sala del Convention Center di Greenville, dove i 1.250 posti sono andati esauriti in meno di due giorni. Ad accompagnarlo la nuora Lara Trump, moglie del terzogenito Eric, la quale ha annunciato che non correrà per un seggio al Senato alle elezioni di metà mandato del prossimo anno. «I miei figli sono troppo piccoli. Ma dico no per adesso, non per sempre». Ed ecco Trump: «Stanno tagliando i fondi alla polizia, l'immigrazione illegale sta di nuovo esplodendo e la disoccupazione è fuori controllo. Dobbiamo batterli alle elezioni di metà mandato, non abbiano altra scelta. La sopravvivenza degli Stati Uniti dipende da noi». I bersagli dell'ex Comandante in Capo sono quelli di sempre. Oltre ai rivali democratici non manca l'affondo contro il virologo Anthony Fauci: «Non è un grande medico, è un grande promotore. Ha sbagliato quasi su tutto, anche su Wuhan e sul laboratorio», dice Trump riferendosi al fatto che Fauci ha più volte ipotizzato una possibile «fuga» del virus dal laboratorio della città cinese, arrivando persino a dire a Pechino che vorrebbe «vedere le cartelle cliniche dei tre ricercatori che si sono ammalati nel 2019». «È giunto il momento che il mondo chieda il conto alla Cina di quanto accaduto con la pandemia», attacca Trump, accusando l'amministrazione Biden di farsi umiliare dal Dragone. The Donald ha riservato dure critiche anche al fondatore di Facebook Mark Zuckerberg, dopo che il social network ha deciso di sospendere il suo profilo fino al 2023 a causa dell'assalto al Campidoglio: «Spegnere le voci è una cosa vergognosa e ingiusta, vogliono mettervi a tacere». E ovviamente è tornato pure sull'esito delle presidenziali del novembre scorso, ribadendo la tesi delle «frodi elettorali». L'ex presidente ha riaffermato che la partita a suo modo di vedere non è ancora chiusa e dall'Arizona alla Georgia e alla Pennsylvania potrebbero esserci sorprese se si continuerà a valutare quanto accaduto con i voti. Guardando al futuro, invece, si è impegnato ad aiutare i repubblicani a riconquistare Camera e Senato al Midterm, e pur non sciogliendo le riserve sulla sua eventuale ricandidatura alla Casa Bianca, ha definito il 2024 (le prossime presidenziali) come un anno che «attende con impazienza».
Il sostegno degli elettori del Grand Old Party nei suoi confronti, d'altronde, è ancora molto solido: l'ultimo sondaggio del 1° giugno indica che il 77 per cento dei repubblicani è ancora dalla sua parte, e secondo l'ultima proiezione di Cbs e YouGov, il partito dovrebbe seguire maggiormente l'esempio del tycoon su alcuni temi chiave: l'89 per cento vuole una visione trumpiana delle questioni economiche, l'88 dell'immigrazione e il 77 del modo di trattare i media.
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