La rivoluzione della maturità: ammessi all'esame anche col 5

Così cambia la prova finale: sparisce il temuto quizzone E sarà semplificato il test finale per gli studenti delle medie

Francesca Angeli

Roma L'esame di maturità, incubo per intere generazione di studenti, sta per trasformarsi quasi in un'allegra scampagnata e per la gioia di tutti gli adolescenti anche le prove di terza media saranno ammorbidite. Se la riforma prevista dalla Buona Scuola definita dai decreti, ora all'esame del Parlamento, resterà così come è stata licenziata dal Consiglio dei ministri sabato scorso gli studenti che oggi stanno frequentando il terzo anno di liceo potranno sicuramente stappare lo champagne mentre per quelli del penultimo anno la festa è in dubbio perché l'esame potrebbe restare invariato. Dipende se si farà in tempo a introdurre le novità già nella maturità del 2018 o se slitteranno al 2019. I cambiamenti saranno molti anche per quanto riguarda il calcolo dei crediti, ma sono tre le scelte fatte dal governo che rendono indubbiamente l'esame più facile. Prima di tutto si potrà essere ammessi anche con qualche insufficienza: si prevede infatti che basti la media del 6 rispetto al totale delle discipline. Ovvero se si ha un 4 in matematica ma un 8 in un'altra materie l'insufficienza sarà compensata. Oggi non è così: occorre avere almeno 6 in ciascuna materia. Ammissione più facile.

Le prove scritte passano da tre a due. Cancellata la terza prova ovvero il famigerato quizzone che era senza dubbio il più temuto in tutte le classi perché richiedeva di fatto una competenza approfondita in tutte le materie. L'unico punto di rigore rispetto al passato è l'obbligatorietà della partecipazione alle prove somministrate dall'istituto di valutazione Invalsi che servono a monitorare i livelli di apprendimento dei ragazzi. Per essere ammessi all'esame bisognerà averle sostenute durante l'anno scolastico.

Cambia anche il sistema dei crediti. Sale il punteggio rispetto al percorso scolastico: da 25 a 40. Lo studente potrà cumulare al massimo 12 punti al terzo anno, 13 punti al quarto anno, 15 punti al quinto anno. La valutazione finale verrà raggiunta sommando il punteggio conseguito nelle tre prove, al massimo 20 punti per ciascuna prova, al credito scolastico. Dunque il minimo resterà 60 e il massimo 100.

E dal 2018 cambierà pure l'esame di terza media. Anche in questo caso si cancella quella che era la prova più temuta dai ragazzi, il test Invalsi, che indubbiamente negli anni scorsi aveva contribuito ad abbassare la media per molti studenti. Resterà obbligatorio affrontarla ma nel corso dell'anno e dunque il suo svolgimento non sarà determinante ai fini del voto di licenza media anche se verrà calcolato.

Diminuiscono le prove scritte che effettivamente negli anni scorsi erano lievitate in alcuni indirizzi fino a sei. Dal 2019 gli studenti dovranno sostenere tre scritti: italiano, matematica e prima lingua straniera. Le scuole potranno decidere se affrontare un quarto scritto con la seconda lingua straniera. La prova orale verterà come negli anni precedenti su tutte le materie.

La responsabile Scuola e università di Forza Italia, Elena Centemero, boccia le novità: «Lo schema di decreto sugli esami di Stato nasce già vecchio - afferma l'azzurra - I nostri ragazzi vivono in un mondo globalizzato,

in cui le skills richieste per essere competitivi sono profondamente diverse dal passato. Penso alle competenze linguistiche e a quelle digitali, la cui valutazione in sede di maturità non viene minimamente considerata».

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