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Rocca vuole cancellare dieci anni di sinistra. La partita della sanità

L'ex presidente della Croce rossa: "Faremo una rivoluzione". In ballo i fondi del Pnrr

Rocca vuole cancellare dieci anni di sinistra. La partita della sanità

È uomo abituato alla gestione delle emergenze, Francesco Rocca. E nella corsa per la riconquista della Regione Lazio, guidata da dieci anni dal centrosinistra, ha individuato senza dubbio il senso della grande sfida e la possibilità di riportare il centrodestra alla vittoria.

Rocca - che ha votato nel seggio di via Vallombrosa, in zona Camilluccia, a Roma - nella giornata di ieri si è limitato a scrivere sui social che «votare è un diritto e un dovere, è il modo che abbiamo per far sentire la nostra voce». Avvocato, 57 anni, ex presidente della Croce Rossa Italiana, Rocca è sostenuto dall'alleanza di centrodestra in cui figurano Fdi, Forza Italia, Lega, Noi moderati-Rinascimento Sgarbi, Udc, Lista civica Rocca. Sogna di iniziare il 14 febbraio il suo «San Valentino con la Regione», forte di una coalizione in salute ma anche di uno standing di candidato credibile, alla luce di una storia personale e di un percorso di 10 anni alla guida della più grande organizzazione umanitaria del mondo (è stato eletto per due volte Presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa). Fin dal primo giorno non ha nascosto il suo obiettivo. «Non me lo ha prescritto il medico. È una sfida straordinaria e io amo le sfide straordinarie» ha detto spiegando le sue motivazioni. «Da cittadino soffro terribilmente a vedere la mia Regione maltrattata e ferma. Veniamo da dieci anni di assoluto immobilismo. Noi in dieci anni faremo una rivoluzione. Per questo ho deciso di mettermi in gioco. Governare il Lazio rappresenta una sfida di complessità enorme, ma la vinceremo».

Il duello nel Lazio è a tre con l'assessore alla sanità uscente Alessio D'Amato, appoggiato da Pd e Terzo Polo, e con la giornalista di Linea Blu Donatella Bianchi, candidata per i 5 Stelle. Sono in campo anche Sonia Pecorilli (Partito Comunista) e Rosa Rinaldi (Unione Popolare). Il centrodestra, comunque favorito nei sondaggi, è stato avvantaggiato dal mancato accordo tra Pd e il Movimento 5S che negli ultimi anni hanno governato insieme nel Lazio sotto la guida di Nicola Zingaretti.

Il terreno di sfida e di scontro è stato soprattutto quello della sanità, un capitolo che assorbe oltre il 70% del bilancio regionale, nel quale andranno a confluire gli oltre 700 milioni di euro destinati al Lazio del Pnrr. Se D'Amato rivendica la gestione Covid come un modello, di diverso avviso sono Rocca e Bianchi. Il dibattito si è concentrato in particolare sul tema delle liste d'attesa e sulle misure necessarie a ridurre i tempi delle prenotazioni. Il candidato del centrodestra conosce bene la questione sanità anche perché, come ha ricordato Fabio Rampelli, «negli anni 2000, insediatasi la giunta di centrodestra, Storace decise di trasformare uno scheletro in cemento armato in un ospedale. E mi chiese di aiutarlo. Affidammo a Francesco Rocca il ruolo di direttore generale dell'ospedale Sant'Andrea e quella struttura in pochi anni divenne il fiore all'occhiello della sanità italiana».

L'ottimismo per il risultato finale si percepisce, nonostante la bassa affluenza. «Le Regionali sono sì un test politico, ma sono anche una ricerca da parte dei cittadini di persone che sappiano prendersi cura del loro quotidiano, sono attinenti alla politica del fare», le parole di Rocca pochi giorni fa.

«C'è sicuramente un vento di cambiamento doppio, che riguarda la politica nazionale e tira fortissimo per quanto riguarda la politica regionale, lo percepisco».

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