A Roma il caso dei 200 vigili no-mask «Anche noi in piazza contro le regole»

Gli agenti (che dovrebbero multare chi è senza protezioni) sabato al corteo negazionista. Milano, controlli e prime multe in strada

A Roma il caso dei 200 vigili no-mask «Anche noi in piazza contro le regole»

Anche loro hanno il compito di vigilare che tutti in strada rispettino l'obbligo di portare la mascherina e multare chi non lo fa. Ma non tutti i vigili urbani della capitale sono d'accordo con l'ultima stretta delle misure anti-Covid adottata dal governo. E il loro dissenso lo vogliono gridare ad alta voce. Per questo almeno duecento agenti della polizia municipale prenderanno parte al corteo dei «no mask» in programma sabato in piazza San Giovanni a Roma, al quale ha dato il suo appoggio anche l'attore Enrico Montesano. «Protestiamo contro regole incomprensibili», dicono. Mentre gli altri colleghi dovranno controllare che i partecipanti indossino la protezione sul viso.

Un caso per lo meno imbarazzante quello raccontato dal Messaggero ed emerso dopo che il coordinamento romano del sindacato Ugl polizia locale di Roma capitale ha annunciato che parteciperà al corteo contro i protocolli sanitari. «Siamo stati i primi a marzo a mettere da parte il nostro stesso istinto di conservazione e sospendere ogni tipo di rivendicazione sindacale fino alla fine dello stato d'emergenza. Allora non si sapeva molto del Covid-19 e il virus ci veniva presentato potenzialmente pericoloso. Nonostante i timori abbiamo continuato a svolgere il nostro servizio, in città paralizzate dalla paura, anche in imbarazzante mancanza di idonei dispositivi di protezione, dissuadendo e reprimendo cittadini, già provati da profonda crisi economica e sociale, dall'inottemperanza al rispetto delle regole dei Dpcm», spiegano il coordinatore Romano Marco Milani ed il segretario provinciale Sergio Fabrizi.

Ma adesso basta. Nonostante la divisa che indossano e il loro ruolo, che in questa fase gli attribuisce anche il compito di perseguire chi non indossa le protezioni, non vogliono rinunciare alle proprie libertà per decreto, come tutte le persone che sabato, come già accaduto in tanti altri Paesi, si ritroveranno in piazza a protestare. «Pur senza sottovalutare, né minimizzare la pericolosità di una forma influenzale particolarmente aggressiva - si legge in una nota del sindacato - riteniamo però come la stessa non possa, né debba essere gestita con continue reiterate quotidiane rinunce ai diritti di libertà, della persona e dei lavoratori o con l'introduzione di nuove regole difficilmente comprensibili a suon di pesanti sanzioni. L'emergenza non deve assumere il rischio di costituire alibi per l'incapacità di gestione del quotidiano e, pur senza voler abdicare ai doveri di chi veste un'uniforme, intendiamo manifestare in modo pacifico il nostro dissenso». Sulla stessa linea vari movimenti negazionisti che ieri hanno chiesto udienza al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

A Roma, dove l'obbligo di mascherina anche all'aperto c'era già, i controlli erano stati rafforzati. Ora anche a Milano arriva la stretta, come deciso dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Particolare attenzione sarà dedicata ai luoghi di aggregazione, dove sarà fatta rispettare la regola della mascherina e impediti gli assembramenti.

Per ora il Comune non intende adottare nuove restrizioni per i locali, ha detto il sindaco Giuseppe Sala, ma la movida sarà osservata speciale e le varie forze di polizia faranno i controlli dividendosi le zone della città. Già ieri sono arrivate le prime multe in corso Como, anche a chi fumava con la mascherina abbassata.

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