Roma e Napoli incubi di Renzi senza ballottaggio sarà disfatta

Il premier teme il tonfo dei "suoi" candidati al primo turno e le ripercussioni sull'esecutivo A sorpresa oggi dalla Valente per il recupero in extremis. Nella Capitale Giachetti risale

Roma e Napoli incubi di Renzi senza ballottaggio sarà disfatta

Nonostante Matteo Renzi si stia dedicando ormai da tempo al referendum costituzionale di ottobre, domenica si giocherà una partita destinata ad avere un suo peso sul futuro dell'esecutivo e della maggioranza di governo. Si chiuderà, a dire il vero, solo il primo tempo, in attesa dei ballottaggi del 19 giugno. Ma la tornata amministrativa che si apre dopodomani potrebbe comunque segnare il futuro della legislatura, soprattutto se il premier non dovesse riuscire a tenere in piedi quella che di fatto è la sua linea Maginot. E cioè l'ingresso ai ballottaggi di Roma e di Napoli. Dato infatti per scontato che a Milano sarà solo un problema di sfumature percentuali perché è scontato che al secondo turno andranno sia Stefano Parisi che Giuseppe Sala, è nel Centro Italia che si gioca la vera partita del Pd. Nella capitale, dove Roberto Giachetti è in rimonta e punta ad andare al ballottaggio (quasi certamente con la grillina Virginia Raggi, data decisamente in avanti da tutti i sondaggi che circolano) e a Napoli, dove la dem Valeria Valente sembra stia lentamente recuperando il suo svantaggio e ora potrebbe avere qualche chances di superare il candidato del centrodestra Gianni Lettieri e arrivare così al secondo turno (insieme all'uscente Luigi de Magistris, saldamente al primo posto nel gradimento dei napoletani). Per Renzi, visto anche il trend delle scorse settimane quando le rilevazioni davano «forse» al secondo turno Giachetti e «certamente» fuori dal ballottaggio la Valente, sarebbe un risultato che gli permetterebbe di portare a casa senza contraccolpi il primo tempo della partita delle amministrative in attesa del redde rationem del 19 giugno. Anche perché - e il dato non può non avere un suo peso nella valutazione complessiva del risultato - sia a Roma che a Napoli i due candidati del Pd sono di stretta osservanza renziana, fortemente voluti proprio dal premier. Che questa mattina, proprio per spingere una Valente indebolita dalle polemiche sull'alleanza con Denis Verdini, sarà a Napoli per chiudere la campagna elettorale e tirargli la volata.

È sull'asse Roma-Napoli, insomma, che domenica si giocherà il primo atto della tornata amministrativa. Con un corollario tutto romano. Se nei fatti sarà impossibile valutare davvero il risultato dei singoli partiti rispetto alle ultime Europee - e quindi anche del Pd che dovrebbe avere una decisa flessione rispetto al 40,8% del 2014 - perché il voto finirà spalmato su molte liste civiche, di certo sarà particolarmente attenzionato il risultato della Raggi. Che, dovesse davvero staccare il secondo classificato di un margine considerevole, confermerebbe una distanza sempre più profonda tra l'elettorato romano e la politica tradizionale dopo le vicende di Mafia capitale. Sarebbe un campanello di allarme anche in vista dei ballottaggi, perché è chiaro che se Roma dovesse passare da una guida Pd (Ignazio Marino) a Beppe Grillo la notizia farebbe il giro del mondo con buona pace di Renzi e della sua credibilità internazionale.

Sullo sfondo restano invece Milano - dove tutto è rimandato al ballottaggio - e in parte Torino.

Dove sarà da tenere d'occhio il risultato dell'uscente Piero Fassino: se non vince domenica al primo turno, infatti, molti addetti ai lavori sostengono che al ballottaggio la grillina Chiara Appendino qualche chance potrebbe averla.

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