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Roma, Marino dice no alla scorta: "Per altri è essenziale, per me no"

Il prefetto aveva messo in luce alcuni problemi di sicurezza, ma il sindaco ha preferito continuare a farne a meno

Ignazio Marino mentre arriva in Campidoglio
Ignazio Marino mentre arriva in Campidoglio

Aveva detto che avrebbe deciso nel giro di pochi giorni e così ha fatto. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha rifiutato la scorta che gli era stata proposta dopo i recenti sviluppi dell'inchiesta romana.

"A Roma abbiamo già un migliaio di persone che vivono sotto scorta", ha commentato, ricordando che se "per alcuni è essenziale" per altri "soprattutto nella categoria dei politici, è una comodità per avere la macchina di Stato. Per questo ho fatto resistenza".

Era stato il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, a chiedere che Marino accettasse una scorta, "in un momento così complesso e difficile", dopo una serie di intercettazioni "con insulti che confermano che un'esposizione del sindaco c'è". "Non è mio papà", aveva risposto il sindaco, arrivando in bicicletta a un'iniziativa organizzata dai Giovani Democratici.

Da sempre Marino preferisce spostarsi su due ruote.

Così aveva fatto anche il giorno del suo insediamento.

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