Romney getta la spugna e apre la strada a Bush

L'annuncio dopo due tentativi già falliti. Salgono le quotazioni del figlio di George W.

Romney getta la spugna e apre la strada a Bush

New York - Non proverà per la terza volta a entrare alla Casa Bianca, ma farà spazio a un candidato della nuova generazione repubblicana. Mitt Romney ha annunciato ieri a un gruppo di sostenitori di ritirarsi dalla sfida presidenziale repubblicana del 2016: «Dopo aver considerato a lungo un'altra corsa alla presidenza, ho deciso che è meglio dare ad altri leader del partito un'opportunità», ha detto. Tre settimane prima, a un incontro per la raccolta di fondi politici a New York, aveva annunciato la sua volontà di presentarsi ancora una volta alle primarie repubblicane. E la sua discesa in campo aveva provacato reazioni diverse all'interno del Grand Old Party. Mitt Romney ha tentato la corsa alla Casa Bianca nel 2008 - il candidato scelto dai repubblicani fu allora John McCain - e nel 2012, quando dopo le primarie ha perso le elezioni contro Barack Obama.

Secondo molti analisti politici americani, la decisione presa ieri è stata innescata anche e soprattutto dai segnali arrivati all'ex governatore del Massachusetts proprio dall'interno del suo stesso movimento. Nonostante sia ritenuto un politico competente e con esperienza, parte dell'establishment più moderato della compagine repubblicana, le due sconfitte di Romney pesano sulle potenzialità di una sfida che potrebbe vedere dall'altra parte un candidato democratico robusto come Hillary Clinton. E diversi repubblicani, tra politici e donatori, hanno mostrato il proprio disagio nei confronti di una nuova corsa dell'ex governatore. Così, nei giorni scorsi ha fatto molto rumore la notizia che David Kochel, stratega della campagna di Romney nel 2012, sia appena stato reclutato da Jeb Bush, ex governatore della Florida con aspirazioni presidenziali. Vin Weber, altro consigliere delle due campagne di Romney, ha detto d'essere più attratto dalle possibilità del nuovo candidato, così come molti donatori repubblicani. E sarebbe proprio lui, Jeb Bush, politico di un dinastia di presidenti, a guadagnare di più dal ritiro di Romney. Per il Washington Post , però, l'ex governatore del Massachusetts nel fare un passo indietro - spinto proprio dalla difficoltà nella raccolta fondi per una campagna presidenziale, visto che i donatori repubblicani starebbero guardando altrove - avrebbe dato un piccolo colpo a Bush. Tra i due, spiega il quotidiano, non ci sarebbero infatti buone relazioni. Da una parte Romney penserebbe che l'ex governatore della Florida non sarebbe un buon candidato in una sfida con i democratici, dall'altra Bush vedrebbe in un politico con due fallimenti presidenziali alle spalle un rischio per il Grand Old Party. Nello spiegare le ragioni del suo ritiro, Romney ha detto: «Penso che uno dei nostri leader repubblicani delle nuove generazioni, uno magari meno conosciuto di me oggi, che non ha ancora portato il messaggio attraverso il Paese, che ha appena cominciato, può emergere ed essere migliore per battere i democratici». Jeb Bush ha 61 anni.

Gli altri possibili candidati del partito repubblicano sono tutti più giovani di lui: dal governatore del New Jersey Chris Christie, 52, a quello del Wisconsin Scott Walker, 43, passando per i senatori Marco Rubio, 43, Ted Cruz, 44 e Rand Paul, 52.

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