Cronache

Prima rovinato e poi scagionato Mezzo milione al vicequestore

Prima rovinato e poi scagionato Mezzo milione al vicequestore

Quasi mezzo milione. Tanto costerà all'Erario, solo in parcelle, il dramma patito da Carlo Lorito, da vicequestore indagato, arrestato, condannato. Sospeso dal servizio e dallo stipendio, mandato in pensione. Salvo poi scoprire che era tutta una montatura e che lui era innocente.

Storia assurda, quella dell'ex superpoliziotto, medaglia d'oro al merito, una vita in divisa: al comando della Criminalpol sarda prima, poi alla testa dell'Anticrimine a Venezia, ai tempi delle Brigate Rosse. Infine alla guida della Squadra Mobile a Trieste ed a Gorizia. Ed è proprio nel capoluogo friulano che nel 2007 si conclude la sua carriera. Nel peggiore dei modi. All'alba del 17 novembre i colleghi vanno a notificargli un'ordinanza cautelare. La Procura lo accusa di essersi lasciato corrompere in cambio della copertura da assicurare a confidenti trafficanti di droga. Le fonti di prova sono le dichiarazioni di alcuni spacciatori ed un'informativa di polizia giudiziaria. Elementi che nel 2010 valgono una condanna a due anni di carcere. Ma nel 2012, in appello, si scopre che nulla era vero: il racconto dei finti testimoni viene smentito dall'accertamento dell'alterazione della relazione di servizio. Un falso confezionato da un paio di poliziotti che nella primavera del 2016, in primo grado, verranno condannati a pene oscillanti tra i 24 e i 36 mesi. Nel 2014 la Cassazione conferma l'assoluzione con formula piena, ma per Lorito è tardi: sospeso dal servizio sin dal giorno dell'arresto, dopo quasi tre mesi di detenzione era stato costretto alla pensione anticipata, con un assegno ridotto al 35% dello stipendio percepito. L'allora capo della Polizia Alessandro Pansa riabilita il vicequestore medaglia d'oro, disponendo anche la restituzione in suo favore di indennità, stipendi e scatti d'anzianità maturati nel periodo di sospensione. Un provvedimento che lava l'onta pubblica, ma non cancella i 7 anni vissuti all'inferno: Lorito s'era detto innocente dal primo istante. E aveva ragione. Per questo l'Avvocatura dello Stato, a partita chiusa, ha tirato le somme. Riconoscendogli pure le spese legali: 460.000 euro per i difensori e 20.000 per il perito ingaggiato per l'esame delle trascrizioni telefoniche.

Un conto salato. Salatissimo.

Per la vittima di tanta malagiustizia, e per gli italiani chiamati a pagare il conto. GIac

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