Milano - Saluti, convenevoli, e in mezzo ad essi una richiesta quasi esplicita di moratoria: per evitare che la fase complessa e delicata della vita politica italiana venga condizionata dall'ennesimo processo-show a Silvio Berlusconi. Ieri mattina tre legali del Cavaliere salgono al quarto piano del Palazzo di giustizia e incontrano il Procuratore Francesco Greco. I legali sono Niccolò Ghedini, Salvatore Pino e Nadia Alecci. E tra i vari temi della chiacchierata il più importante riguarda l'avvio ormai prossimo del cosiddetto «Ruby ter», il processo che vede il Cavaliere imputato di corruzione in atti giudiziari per i soldi versati ad alcune testimoni del primo processo «Ruby».
La linea difensiva è nota: Berlusconi ammette i pagamenti ma spiega che si trattava soltanto di aiuti a ragazze che avevano avuto vita e carriera offuscate dal coinvolgimento nelle indagini sulle feste di Arcore. Ma in ogni caso le udienze sono destinate ad avere vasta eco: a partire dalla prima, fissata per il prossimo 7 maggio davanti alla decima sezione del tribunale milanese; poi si va avanti a ritmi sostenuti, udienza tutti i lunedì. Per quella data non è affatto sicura che la crisi di governo sia conclusa. Iniziare il processo vorrebbe dire da un lato sottrarre ogni lunedì Berlusconi alla sua attività politica e soprattutto introdurre un elemento di disturbo nelle trattative tra i partiti.
Così i tre avvocati chiedono un rinvio sensibile del processo, che non è a rischio prescrizione. La decisione spetta al presidente del tribunale, il giudice Gaetano La Rocca, ma a Greco gli avvocati dell'ex premier hanno chiesto la disponibilità a non opporsi. E pare l'abbiano ottenuta.
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