Continua la persecuzione, travestita da puntigliosa applicazione delle leggi, contro Aleksei Navalny. Il blogger russo, da tempo impegnato a costruire un organizzato movimento di opposizione a Vladimir Putin, è stato fermato per l'ennesima volta ieri mattina a Mosca dalla polizia mentre si stava recando alla stazione per partecipare a un comizio a Nizhny Novgorod.
È la terza volta che Navalny, cui è stato di fatto già impedito di candidarsi alle elezioni presidenziali del prossimo marzo, viene fermato quest'anno. È stato lo stesso Navalny, con un tweet («Fermato mentre andavo alla stazione, come in un film, mi stanno portando da qualche parte»), a dare la notizia. Il ministero degli Interni ha precisato che il fermo dell'oppositore di Putin è dovuto al fatto di «aver ripetutamente chiesto alla gente di partecipare a manifestazioni non autorizzate» oltre a quelle consentitegli in nove città in totale.
Le autorità russe stanno insomma cercando di ostacolare l'attività politica di Navalny nelle province, dove punta a conquistare consensi. Ma l'obiettivo sembra anche essere quello di impedirgli di sfidare personalmente Putin in qualsiasi forma. Come ha chiarito la portavoce di Navalny, Kira Yarmish, il comizio di Nizhny Novgorod era stato in realtà autorizzato dalle autorità locali. Il fermo sembra quindi doversi spiegare diversamente, e con ogni probabilità con un grande evento di protesta annunciato per il prossimo 7 ottobre a San Pietroburgo: il giorno del compleanno di Putin nella città di Putin.
Dalla caserma di polizia dove è stato portato, Aleksei Navalny ha invitato sui social i suoi sostenitori a recarsi comunque in piazza a Nizhny Novgorod.
In quella città è stato arrestato anche il capo dello staff elettorale di Navalny, Leonid Volkov, che è in attesa della decisione del giudice: rischia un mese di carcere, o in alternativa da 20 a 400 ore di lavoro obbligatorio oppure 300mila rubli di multa.RFab
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