"Sì all'abbraccio Lega-Fi". Berlusconi dà il via libera

Tra gli invitati alla giornata del Carroccio a Parma pure Brunetta e Romani: «Insieme più forti di Renzi»

"Sì all'abbraccio Lega-Fi". Berlusconi dà il via libera

«Forza Italia? È una creatura talmente bella che deve rimanere in piedi. È ovvio che, fra tanti colonnelli, qualcuno dovrà diventare generale». Fedele Confalonieri, l'uomo da sempre più vicino a Berlusconi, irrompe nel dibattito infuocato di questi giorni. Conferma che nel partito vive una fase turbolenta. Sul leader Silvio Berlusconi ammette: «Silvio scalpita, è forte, è già in piedi. Ma deve accettare di stare agli ordini del dottore e darsi una calmata. Confalonieri ritorna poi sul caso delle lacrime di Francesca Pascale: «Mi hanno frainteso. La mia non era una battuta offensiva. Però, se proprio devo dirlo, non mi è sembrata una bellissima cosa l'ostentazione di quel pianto».

Intanto tra Lega e Forza Italia c'è profumo d'intesa. alla Leopolda verde di domani ci sarà anche molto azzurro. Un modo per rinsaldare i bulloni di un'alleanza che, a causa del pasticciaccio brutto della candidatura a sindaco di Roma, ha rischiato di vacillare. Non che tra i due partiti sia scoccato l'amore fraterno: il braccio di ferro sotterraneo continua.

In palio c'è la golden share della coalizione del centrodestra e il potere di condizionare un proto-programma unitario da presentare al popolo dei moderati alle prossime politiche. Naturale che sia la Lega sia Forza Italia vogliano fare da locomotiva con in più l'ambizione di Salvini di fare il capotreno. Però c'è un però: il Carroccio cammina ma non corre e si può legittimamente affermare che l'Opa verde sull'intera coalizione non è andata in porto. Sicché, anche dalle parti di via Bellerio, s'è ammesso che una Lega in solitaria non vince e non convince. Meglio, quindi, salvaguardare le ragioni dell'alleanza storica con Forza Italia passando sopra a qualche mal di pancia. Così, seppur senza particolare entusiasmo, è partito l'invito ufficiale: «Ti prego di estendere a tutti i parlamentari del gruppo che rappresenti l'invito a partecipare alla nostra convention «Il Cantiere, il paese che vogliamo», che si terrà a Parma sabato dalle 13 alle 18 all'Auditorium Paganini. Si tratta di un'iniziativa non di partito ma di progetto per il nostro futuro», scrivono i due capigruppo leghisti di Camera e Senato, Massimiliano Fedriga e Gianmarco Centinaio. Destinatari: i due omologhi azzurri Renato Brunetta e Paolo Romani. I quali, ottenuto il nulla osta dal Cavaliere, rispondono subito di sì: «Raccogliamo l'invito. Riteniamo infatti che possa essere un importante momento di riflessione e approfondimento per la costruzione di un nuovo progetto di centrodestra per il Paese». Ovviamente non si tratta di un'annessione al Carroccio tanto che si specifica: «Un appuntamento che dovrà essere seguito da altri nell'ambito di un percorso condiviso che, facendo tesoro dei successi elettorali e delle esperienze condivise di governo, arrivi ad un programma comune concreto e convincente. Il centrodestra unito è l'unica alternativa di governo a Renzi e alla sinistra e, a partire dal referendum costituzionale, può e deve tornare a vincere». La delegazione sarà composta da Toti, i due capigruppo e i coordinatori di Veneto e Lombardia, Marin e Gelmini.

Si sa come la pensi Berlusconi che più volte ha ripetuto: «La Lega ha bisogno di Forza Italia e Forza Italia della Lega. Solo insieme si può vincere». Questa la linea dell'ex premier e che fa felici tutti coloro che, tra gli azzurri, hanno sempre remato per rinsaldare la liaison con il Carroccio: il governatore della Liguria Giovanni Toti, in testa, e tanti altri. Alleati sì ma non subalterni, of course. In fondo il faro è lo stesso: essere alternativi alla sinistra.

Questa la linea che trapela dal San Raffaele dove Berlusconi limita col contagocce visite e consultazioni politiche. Oltre alla compagna Francesca Pascale e ai famigliari hanno accesso alla sua stanza Confalonieri, Letta e Ghedini. Negli ultimi giorni soltanto loro e nessun altro ha partecipato a summit di partito.

Fuori dalla porta tutti gli altri, compresa Mariarosaria Rossi e i tanti veleni e sospetti che sembrano travolgere tutti i vecchi organigrammi di Forza Italia. La Rossi resta sotto attacco, è preoccupata per il suo futuro, ma promette che si difenderà con le unghie e con i denti. Futuro: per ora sceglie il silenzio per rispetto al Cavaliere.

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