Roma - La collaborazione di Forza Italia con il governo per il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena è un primo passo importante sulla strada della collaborazione. La possibilità di un centrodestra non più lacerato nel prossimo futuro si gioca nella delicata partita sulla legge elettorale. E proprio sulla scelta del sistema di voto ieri si è riaperta la polemica tra Pd e Fi dopo un intervento del capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda, che ha ancora una volta respinto l'ipotesi del ritorno al proporzionale ribadendo il sostegno al Mattarellum. Ma Maurizio Lupi, capogruppo di Area Popolare a Montecitorio, ritiene sbagliato il muro contro muro.
Onorevole Lupi il Pd spinge per il Mattarellum mentre voi siete per il proporzionale come Fi.
«Ritengo che la messa a punto della legge elettorale debba essere un'altra questione sulla quale lavorare insieme alle opposizioni. Noi abbiamo già detto no al ritorno al Mattarellum. Il quadro politico non è più quello del '94, non c'è più un sistema bipolare e rischiamo un risultato che non rappresenti fino in fondo la volontà degli elettori».
Dialogo aperto con Fi?
«Dopo il buon lavoro comune fatto sulle banche il dialogo tra maggioranza ed opposizione deve proseguire. Sottolineo un dato politico al Pd: abbiamo già vissuto un periodo di scontro che ha fatto male all'Italia ed alla politica. Ho guardato con molto favore alla disponibilità di Forza Italia su Mps. Una disponibilità reale, non formale sul fronte delle emergenze. Quanto alla legge elettorale c'è già una nostra proposta di proporzionale con premio per la governabilità».
Ma non si corre il rischio di arenarsi visto che il Pd punta al Mattarellum?
«No se c'è la volontà di raggiungere il risultato che ci chiedono gli italiani. Insomma Zanda può impuntarsi quanto vuole ma ora a sostenere il governo c'è una maggioranza della quale facciamo parte. E sarà questa maggioranza ad affrontare le emergenze che il governo troverà sulla sua strada. Con questa maggioranza il Pd deve fare i conti: non c'è convergenza sul Mattarellum mentre c'è ampia possibilità di dialogo e collaborazione sul proporzionale. E noi dobbiamo puntare a ciò che ci unisce non ciò che ci divide».
È in dirittura d'arrivo anche la sentenza della Consulta sull'Italicum. Potrebbe rappresentare un altro motivo di rallentamento?
«No perché intanto si può lavorare dobbiamo dare un segno del nostro senso di responsabilità. Poi si potranno fare correzioni alla luce della sentenza ma intanto occorre andare avanti».
L'Europa è attraversata dal vento dell'estremismo si rafforzano i movimenti populisti: che risposte deve dare la politica?
«Dobbiamo fare i conti con i populismi perché rappresentano un disagio reale. Non demonizziamo nessun avversario ma rispondiamo con la buona politica. Guardiamo a quello che è successo a Milano per la corsa al Comune dove due valide proposte moderate si sono confrontate annullando la spinta estremista».
Nel passato recente il centrodestra ha subito profonde lacerazioni. È possibile ricostruire un fronte comune?
«La nostra cultura moderata, liberale e
popolare rischia di scomparire nella frammentazione, e questo sarebbe un danno per l'Italia. Ricercare le ragioni dell'unità invece che insistere sulle incomprensioni non è un inciucio ma un modo responsabile di fare politica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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