Sabotaggi e servizi tagliati. Il Tg1 ostaggio della "zarina"

Crescimbeni guida in redazione la "falange dem". E boicotta la linea del nuovo direttore Chiocci

Sabotaggi e servizi tagliati. Il Tg1 ostaggio della "zarina"
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Servizi «cassati» prima della messa in onda, interviste tagliate e scivoloni: al Tg1 la «falange Pd» resiste e organizza la guerriglia per sabotare il nuovo corso «targato Chiocci».

La sinistra grida alla lottizzazione in Rai. Ma allo stesso tempo mantiene i posti di comando nell'organizzazione della prima rete del servizio pubblico. La sinistra urla allo scandalo. Ma determina le scelte editoriali e la selezione delle news. Alimentando, tra l'altro, i malumori in quella parte della redazione, non allineata al Pd e messa ai margini negli ultimi 15 anni, che auspica un cambio radicale con l'arrivo al timone del Tg1 di Gian Marco Chiocci.

L'ex direttore dell'Adnkronos si è insediato il 3 giugno scorso nella sede di Saxa Rubra. In questi primi 40 giorni Chiocci sta provando a imporre un cambio di passo. Si muove senza forzature. A piccoli passi. L'obiettivo è quello di liberare il Tg1 da una narrazione schiacciata per anni a sinistra e rimettere al centro le notizie. L'ex cronista del Giornale sbatte però contro la resistenza, in alcuni casi si tratta di un vero e proprio sabotaggio, di una struttura collaudata tutta con una matrice di sinistra.

Alla testa della «falange armata» ci sarebbe, secondo voci interne raccolte dal Giornale, Costanza Crescimbeni. Un nome, una garanzia. Ribattezzata dai colleghi la «zarina del Tg1». Negli anni ha costruito un potere enorme, grazie alle sponde avute dai vari direttori, da Orfeo a Maggioni: tutti di provenienza Pd-M5s. Puntava, nell'ultimo giro di nomine, a incassare la guida del Tg3. Sogno svanito. Complice la fase di ambientamento di Chiocci, Crescimbeni, che ricopre l'incarico di vicedirettore vicario, ha assunto il controllo della macchina Tg1. A chi le chiede conto dei suoi legami passati con Renzi, Pd e sinistra, la vicaria replica con una battuta: «Adesso sono in quota Chiocci». Ecco una prova dell'opera di accreditamento messa in atto (da Crescimbeni) con il nuovo capo del Tg1. Ma la Crescimbeni avrebbe buoni ambasciatori anche nella coppia Sergio-Rossi. In redazione c'è chi azzarda un sospetto: «È in corso un'azione di sabotaggio contro Chiocci. Che non va dimenticato ha un contratto dalla durata di 1 anno». I segnali confermerebbero i timori.

«Alla riunione del mattino il direttore dà le sue indicazioni su alcuni servizi. Ordini che al Tg1 delle 20 vengono molte volte disattesi. Le interviste e i servizi che riguardano i partiti di centrodestra, Lega, Fdi e Fi, rischiano di essere quotidianamente tagliati e sostituiti», rivela un alto dirigente Rai.

La rete della Crescimbeni sembra impenetrabile. Ben affiatata. Compattezza e omertà.

Al timone del desk del Tg1 c'è Mario Prignano che gioca di sponda con la «vicaria». I capi delle redazioni Esteri, Politica, Cultura rispondono tutti alla «zarina». Un'azione di accerchiamento contro il nuovo direttore. Chiocci non ha alternative. Per ora subisce «i pieni poteri» della Crescimbeni. Un altro esempio del peso della zarina? Durante l'era Maggioni fu imposto a tutti i vice di effettuare il turno di rassegna alle 6 e 30 del mattino. Francesco Giorgino si rifiutò e fu punito con la rimozione dalla conduzione del Tg delle 20. Chi fu l'unico vice ad essere esonerato dalla rassegna all'alba? Crescimbeni. Grazie a un certificato medico su una patologia cardiaca. Eppure i colleghi del Tg1 giurano di averla vista fumare. Cattiverie da corridoio. Chiocci proverà a neutralizzare la falange Pd. Il nuovo piano editoriale sarà presentato il 24 luglio prossimo.

Il direttore del Tg1 avrebbe intenzione di inserire nello schema dei vice Incoronata Boccia, in Rai dal 2001, e Mariarita Grieco dal Tg2. Ma ci sarebbe anche la ri-conferma di Crescimbeni come vice vicario. Una scelta che scatenerebbe la rivolta dei giornalisti del Tg1 non allineati al Pd.

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