"Berlusconi al Colle. In piazza per dire no ai peones viola"

Fausto Sacco, imprenditore irpino ed esponente storico di Forza Italia, chiama in piazza il popolo anti Popolo Viola: "Se qualcuno intende cancellare la democrazia, gli italiani silenziosi, ma liberi, facciano sentire la propria voce"

"Berlusconi al Colle. In piazza per dire no ai peones viola"

Fausto Sacco, imprenditore di Avellino, proprietario di un piccolo gruppo di comunicazione irpino e berlusconiano dalla nascita di Forza Italia, nonché amico di vecchia data dell’ex ministro Gianfranco Rotondi, scopre le carte e guiderà gli anti-viola che sabato 15 gennaio si ritroveranno a Roma in Piazza del Popolo per manifestare il proprio sostegno a Silvio Berlusconi nella corsa al Colle.

Da cosa nasce l’iniziativa?

"Dal mio desiderio per la libertà. Chiunque può candidarsi al Quirinale. Nessuno può impedirglielo. Sarà il Parlamento, poi, a decidere. Se qualcuno intende cancellare la democrazia, urlando in piazza, è venuto il momento che anche quegli italiani silenziosi, ma liberi, facciano sentire la propria voce".

Perché il Cavaliere è il profilo giusto?

"Stiamo parlando dell’ultimo presidente del Consiglio eletto dagli italiani e non indicato dai palazzi, di una persona stimata in Italia e nel mondo, di chi ha con i fatti e non con le parole reso più semplice la vita alle persone senza voce. Il vero problema è che le caste, il sistema, i gangli arrugginiti hanno paura di Berlusconi presidente. In questo modo, non ci sarà più chi indicherà il capo del governo a piacimento, finalmente saranno garantiti tutti e soprattutto si respirerà un clima di ottimismo di cui il Paese ha bisogno".

Lo ha sentito in questi giorni?

"Mi ha chiamato in mattinata. Non l’avevo mai sentito. Mi è arrivata una telefonata da Milano. Ho risposto e mi ha parlato una segretaria che mi ha detto ti passo il presidente. Ho sentito la sua voce, era un sogno, allegra, determinata e pronta. Mi ha ringraziato per il sostegno, pur non conoscendomi, dimostrando ancora una volta la sua grande umiltà e dandomi disponibilità a partecipare al nostro incontro. Non ho potuto fare altro che rispondergli un dovere. La mia non è una battaglia personale, ma per dar voce a tante persone perbene che in silenzio, pur avendo la maggioranza, spesso rischiano di essere sopraffatte da urlatori e leoni da tastiera".

Cosa ne pensa del popolo viola?

"Sono i soliti peones, quelli che credono in un falso giustizialismo, tenendo conto che la giustizia ha dato ragione a Berlusconi. Stiamo parlando di una vecchia e antiquata sinistra, perché quella vera sono certo che è per la libertà di scelta degli italiani. Una parte che con metodi ormai obsoleti e superati, con un linguaggio volgare alla Travaglio maniera, cerca di impedire novità a chi vuole portare un vento di freschezza in un Paese che sente il bisogno di politica con la p maiuscola".

Silvio Berlusconi, per lei che è vicino alla gente, può davvero farcela?

"Il popolo, le famiglie, i pensionati, gli operai non raccomandati credono in lui. Sperano che un sogno possa realizzarsi. E’ difficile, ma sono certo che il Cavaliere in Parlamento ha tanti stimatori, che proprio come succede nelle piazze, non fanno molto rumore, ma al momento delle votazioni faranno sentire il loro paese. Sarà difficile dire no a chi, a parte le calunnie e il fango quotidiano di qualche giornalista, è stimato dai grandi del pianeta, di chi dal nulla è riuscito a costruire un impero, da chi rappresenta quell’italiano che si rimbocca le maniche e ha il coraggio di andare avanti".

Cosa ne pensa del governo Draghi?

"Draghi è un presidente scelto per portarci fuori da un momento difficile. Lo sta facendo anche bene, ma non può e non deve lasciare quel ruolo. Diversamente tradirebbe la fiducia di un popolo che ha voluto un tecnico per risolvere i suoi problemi e non per creare una nuova casta di potere. Sono certo che alla fine prevarrà il suo buon senso, completerà il compito affidatogli da Mattarella e poi nuove elezioni".

Da campano, come giudica il governo De Luca?

"A differenza dei viola o degli urlatori non sono contrario su tutto a prescindere. De Luca ha fatto delle cose buone, così come degli errori. Devo dire, però, che anche in Campania le persone si aspettavano e si aspettano qualcosa in più. Non escludo perciò che anche qui possa venir fuori quel popolo silenzioso di centrodestra. Non a caso questa regione è stata sempre il punto di forza delle campagne elettorali di Berlusconi e sono sicuro pure in questa sfida non rinuncerà a dare un contributo fondamentale".

Non a caso le prime vele a sostegno di Berlusconi al Colle si sono intraviste a Napoli e Avellino, tra l’altro richiamando il suo storico amico Gianfranco Rotondi…

"Sono stato io a promuovere e finanziare quelle vele. Non me l’ha detto o chiesto nessuno. Stesso discorso vale per il comitato. Sollecitato da tanti amici e telefonate, ho voluto dare una mia risposta. Detto ciò, nutro stima per Rotondi che probabilmente è la persona più coerente in Italia a livello politico, nonché uno dei pochi rimasti di una classe dirigente all’altezza che può ritenersi tale. Con la vittoria di Berlusconi si darebbe spazio alla qualità, non a chi dice solo no. Si darebbe nuovamente senso alla meritocrazia, è la sua vita a dimostrarlo. E’ un cambio di passo verso un populismo che ha portato e sta portando il nostro paese nel baratro".

Adesso, però, Berlusconi ha bisogno dei 5 Stelle per essere eletto…

"La sua apertura al reddito di cittadinanza è un segnale chiaro. Berlusconi non dice no a tutto e tutti. E’ una persona che ama il confronto, che sa anche rivedere il proprio pensiero se necessario. Da quello che vedo nella mia terra, ci sono diversi 5 Stelle.

Ci sono quelli che dicono no, che si sono trovati senza sapere come su una poltrona, ma ci sono anche persone serie, responsabili, che vogliono bene al Paese e che nel segreto delle urne probabilmente voteranno Berlusconi".

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