Sale a undici il numero dei morti da quando il virus è arrivato in Italia. Due uomini e una donna, tutti anziani, 83, 84 e 91 anni, tutti provenienti dalla Lombardia, e una donna di 76 anni da Treviso, dai due focolai italiani.
I numeri intanto continuano ad aumentare: in base all'ultimo bollettino sono 322 i casi accertati nel nostro Paese, 26 casi in Emilia Romagna, 3 in Piemonte, 3 nel Lazio, 3 in Sicilia, 2 in Toscana, uno in Alto Adige, uno nelle Marche, due in Liguria. Oltre alla turista bergamasca ricoverata all'ospedale di Palermo sono poi risultati positivi al tampone anche il marito di lei e un'altra persona che faceva parte del loro stesso gruppo di turisti, arrivati sei giorni fa nel Capoluogo siciliano. I loro tamponi sono stati inviati all'Istituto superiore di sanità per la conferma definitiva.
La Procura di Padova ha aperto un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato sulla morte di Adriano Trevisan, 78 anni, morto a causa del coronavirus il 22 febbraio scorso nell'ospedale di Schiavonia, nella Bassa Padovana. Sono state chieste all'ospedale le cartelle cliniche del paziente per accertare se le linee guida rispetto alla malattia, dalla sua diagnosi e al contenimento del contagio, siano state rispettate.
La prima paziente registrata in Liguria è di Castiglione d'Adda, uno dei centri del Lodigiano inseriti nella cosiddetta «zona rossa» per limitare la diffusione del contagio. Ha 72 anni e si trova all'ospedale San Martino di Genova, in isolamento nel reparto malattie infettive. «Le sue condizioni - si legge - sono buone». La signora era ad Alassio dall'11 febbraio. Il governatore Giovanni Toti denuncia su Twitter che la donna a ricevuto le prime cure al pronto soccorso di Albenga «senza alcuna misura di protezione». Ora la paziente si trova al San Martino di Genova ed è in buone condizioni. Un'ordinanza del sindaco ha disposto l'isolamento in albergo per gli ospiti degli hotel di Alassio «Al Mare» e «Bel Sit», ai proprietari e ai dipendenti delle due strutture.Per quanto riguarda invece le vittime italiane i medici fanno sapere erano già più o meno gravemente malate e la Covid-19 ha fatto precipitare la situazione. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, invita a sdrammatizzare: «Il virus è poco più di un'influenza», ha detto riferendo in Consiglio. Le autorità hanno adottato una serie di misure per contenere il contagio, dalla quarantena di 14 giorni per chi è rientrato dalla Cina, alla chiusura delle scuole in alcune Regioni. In queste ore il Paese sta reagendo al contagio, l'isolamento è la strategia migliore perchè manca il vaccino e gli anziani sono i più a rischio.
In conferenza stampa con il Capo della protezione civile, il direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Iss Giovanni Rezza conferma che il focolaio «è abbastanza circoscritto» e ha spiegato che prima che fosse individuato il «caso indice», cioè il 38enne di Codogno, il coronavirus era già in circolazione nel lodigiano da «una/due settimane». «Quasi tutto - ha precisato - è riconducibile all'epicentro dell'epidemia, che si trova nel Lodigiano. Poi ci sono un paio di focolai più piccoli in Veneto. Ma gli altri sono casi che vengono dall'epicentro dell'epidemia».
L'assessore al Welfare, Giulio Gallera ha parlato di 240 casi positivi che ha poi spiegato che nella Regione sono stati fatti più di 1.800 tamponi.
Contenere è la parola d'ordine del momento. Contenere la malattia e contenere anche il panico. Il premier Conte ha ribadito «no alla chiusura delle scuole nelle regioni non coinvolte». Anche l'Oms smorza la tensione e sottolinea che si tratta di epidemia e non una pandemia.
«In Cina è stato raggiunto il picco, ora l'epidemia rallenta e il numero di contagi sta rallentando». E buone notizie anche dall'Italia, dove una donna di Vo' Euganeo, è stata dimessa dall'ospedale di Padova dove era ricoverata. Sono così due persone, compreso il ricercatore rientrato da Wuhan a uscire dal pericolo.
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