"Salviamo le imprese e battiamo la sinistra anche in Toscana"

Il numero 2 azzurro apre la campagna per le Regionali: il Mes piacerà a tutti i governatori

"Salviamo le imprese e battiamo la sinistra anche in Toscana"

Entra nel vivo la campagna elettorale per le prossime amministrative. La prima campagna elettorale in tempo di Covid. Raggiungiamo al telefono il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, mentre si sposta da Firenze a Siena per un incontro pubblico con la candidata governatrice della Toscana del centrodestra, Susanna Ceccardi.

Quali sono i temi forti di questa campagna elettorale?

«Ovviamente il tema economico resta al centro del dibattito. Ed è da lì che noi partiamo. Abbiamo riscontrato infatti grande partecipazione e consenso sulle nostre proposte che riguardano soprattutto la difesa delle imprese. Perché difendendo le imprese artigiani e le pmi, possiamo bloccare l'aumento della disoccupazione».

È la prima campagna elettorale al tempo del Covid.

«A parte il distanziamento sociale e tutte le forme di prevenzione necessarie, ho notato molta passione per il confronto politico. Questa mattina (ieri, ndr) a Ponte Vecchio a Firenze ho incontrato gli orafi. È stato molto utile il confronto. E soprattutto ho potuto dimostrare che loro hanno in Forza Italia un pieno sostegno visto che nel Decreto Rilancio è appena passato un nostro emendamento che mira ad allargare lo spettro delle attività turistiche non solo a quelle ricettive e di ristorazione nelle aree a forte vocazione turistica. Insomma anche gli orafi di Firenze come gli artigiani di Burano rientrerebbero in questa categoria Ateco».

Il Covid come protagonista della campagna elettorale porta a discutere di crisi economica ma anche di Mes. Non trova difficile fare campagna elettorale esaltando il Mes al fianco di chi (Fratelli d'Italia e Lega) non ne vuole proprio sapere?

«Intanto non sarei così sicuro del loro netto rifiuto. I governatori tutti, quindi anche quelli di centrodestra, sarebbero felici di poter sfruttare e utilizzare al meglio i fondi del Mes. Solo qui in Toscana saranno più di due miliardi di euro. E, più giro, più incontro gente favorevole a questa boccata d'ossigeno per le nostre strutture sanitarie. D'altronde il Mes non è una questione politica ma puramente contabile».

Niente problemi o attriti, quindi, con gli alleati?

«Al contrario. Giovedì c'è stato un vertice nel corso del quale si è trovata una sintesi ideale per la prossima riforma elettorale. Il centrodestra unito si esprimerà al momento opportuno per un sistema che ha una correzione maggioritaria e un premio di maggioranza sufficiente a garantire la governabilità, unica elemento cui non vogliamo rinunciare. E poi c'è da dire che il centrodestra ha già dato nelle ultime elezioni regionali e certo darà nel prossimo turno di amministrative prova di coesione e solidità; a differenza dei partiti della maggioranza che si avviano all'esame del voto in ordine sparso».

Quali ricette per il rilancio della Toscana?

«Le stesse che proponiamo da tempo per il resto del Paese: Stato leggero, basta spreco di risorse pubbliche in mancette elettorali, defiscalizzazione, rilancio delle infrastrutture. Ma la nostra vittoria qui in Toscana rappresenterebbe anche la fine di un sistema clientelare. Non si governa una regione soltanto per sistemare gli amici degli amici con un sistema di potere. A me interessa che il medico sia bravo, non che abbia la tessera del Partito Democratico o di un altro partito.

Noi comunque andremo per la nostra strada con le nostre proposte siamo più credibili certamente della sinistra quando parliamo di sviluppo economico, di sostegno alle piccole e medie imprese, del turismo dove ci siamo battuti sulla vicenda dei balneari, e continueremo a batterci per difendere un'economia come quella toscana basata sul turismo, ma basata anche su un comparto industriale».

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