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Salvini accusa i parlamentari: "Violata la legge"

Il ministro ribadisce: porti chiusi. La replica: "Fare visite è nostra prerogativa, ci denunci"

Salvini accusa i parlamentari: "Violata la legge"

Roma - «Parlamentari italiani (fra cui uno di Forza Italia!!!) non rispettano le leggi italiane e favoriscono l'immigrazione clandestina? Mi spiace per loro, buon viaggio!», attacca su Twitter Matteo Salvini che ribadisce: «Porti chiusi». E al di là della polemica politica implicita nella frase, la bordata del vicepremier apre anche una questione giuridica: i parlamentari possono salire a bordo di una nave senza il permesso della Guardia Costiera?

«Se il ministro Salvini crede a quanto dice presenti una denuncia nei nostri confronti -, replica secco Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa, intervistato da SkyTg24 - Il divieto non credo ci sia stato perché sarebbe stato illegittimo. Non c'è nessun atto che potevano fare per impedirci di salire, stiamo svolgendo prerogative parlamentari garantite dalla Costituzione». Sulla stessa linea anche Stefania Prestigiacomo, la parlamentare azzurra protagonista della visita alla Sea Watch insieme a Magi e Nicola Fratoianni di Leu: «Salvini agisca di conseguenza, come ritiene opportuno. Non abbiamo violato la legge, ma esercitato le nostre prerogative di parlamentari. Dunque, non abbiamo violato un bel niente».

E in effetti visite di questo genere sembrano parte integrante del sindacato ispettivo dei parlamentari. Emblematico il caso delle carceri, dove la legge sull'ordinamento penitenziario (la 354 del 1975), specifica che «gli istituti penitenziari possono essere visitati senza autorizzazione» da un elenco determinato di autorità, elenco in cui compaiono i membri del Parlamento. Dunque perfino in un luogo ad accesso limitato per deputati e senatori l'autorizzazione è esclusa, proprio per permettere loro di vigilare sul rispetto dei diritti con visite a sorpresa.

E anche dai giuristi arrivano conferme. «La Sea Watch 3 si trova a un miglio dalla costa - dice Angela Del Vecchio, docente di Diritto internazionale e Giurisdizione internazionale alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università Luiss di Roma- è nelle acque territoriali italiane ed è sottoposta al controllo dello Stato Italiano. I parlamentari hanno la possibilità di andare nelle carceri e negli ospedali per verificare situazioni che ritengono pericolose, non vedo perché fare eccezione per una nave che è nelle acque italiane».

La giurista, tra l'altro, sottolinea che la gestione del caso spetterebbe non al ministro dell'Interno, ma al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e al ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi.RR

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