Politica

Sbarchi, l'ultimatum di Salvini

Il leghista: salvare sportelli e lavoratori. Poi l'ultimatum a Draghi, Lamorgese nel mirino

Il leader della Lega Matteo Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini

Matteo Salvini torna a dettare l'agenda della politica italiana. Dapprima, «soffia» Mps al Pd e si intesta la battaglia per il salvataggio della banca di Siena. Poi in serata spara a zero sul ministro Lamorgese e sulla politica degli sbarchi del governo. Arrivando a mettere in discussione la tenuta dell'esecutivo: «Non è possibile chiedere il green pass agli italiani per andare a Gardaland o in pizzeria e poi far sbarcare migliaia di clandestini senza controlli e senza regole. Questo è un problema che entro agosto va risolto», attacca dalla festa della Lega a Milano Marittima. «Abbiamo un numero di sbarchi che non si vedeva dai tempi di Alfano. Il ministro dell'Interno dia un segnale. Se gli 800 clandestini sulle navi sbarcano in Italia sarebbe un grosso problema per il governo. Questi arrivi vanno bloccati». Infine l'altolà: «Sostenere un governo che in quanto a sbarchi sta facendo peggio di quanto faceva Alfano è difficile. Il governo Draghi sta facendo bene da tanti punti di vista, l'immigrazione è un colabrodo».

Nel pomeriggio, invece, aveva provato a mettere in crisi Enrico Letta, in corsa per le suppletive nel collegio senese: il segretario dei democratici resta imbrigliato tra i sospetti di conflitti d'interesse sui vertici del suo partito e la rabbia di sindacati e dipendenti dell'istituto di credito per il rischio esuberi con le nozze Unicredit-Mps.

Il leader del Carroccio mette sul tavolo un piano in 4 punti. «La Lega - argomenta - ha 4 obiettivi: difesa dei posti di lavoro, perché sono impensabili 6.000 esuberi come ipotizzato. Secondo: difesa degli sportelli bancari, soprattutto nei Comuni e nei paesi più piccoli. Terzo: difesa del marchio storico della banca più antica del mondo. Quarto: creazione del terzo polo bancario italiano, avvicinando a Mps (regia dello Stato) altri istituti emiliani, liguri o pugliesi per poter trasformare Mps nella Banca dei Territori, lasciando a Intesa e UniCredit il ruolo di grandi player».

Salvini frena sul matrimonio Mps-Unicredit: «Vendere, o meglio svendere adesso, in queste difficili condizioni di mercato non ha senso. Allo Stato (quindi ai cittadini) costerebbe molto di meno garantire la prosecuzione delle attività ad Mps e una messa sul mercato in tempi migliori». Poi l'affondo contro l'ex ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan: «Si vota perché il deputato del Pd (Padoan) si è dimesso per andare a fare il presidente di UniCredit. Vi sembra normale?». Salvini non ha dubbi: «Mps è sopravvissuta alle guerre mondiali, rischia di non sopravvivere al Pd». Con la mossa l'ex ministro dell'Interno spariglia le carte. L'obiettivo è mettere il sigillo Lega sul salvataggio della banca. Per poi capitalizzare l'operazione nella campagna elettorale per le suppletive. L'uscita del segretario del Carroccio spiazza il Pd e rovina la campagna elettorale di Letta nel collegio di Siena. Ma non è l'unica.

Il leader del Pd sbanda e non riesce a prendere le contromisure. Si limita a mandare avanti il capogruppo dei deputati Debora Serracchiani: «Ricordo a tutti che il Pd per primo ha chiesto la convocazione del ministro».

Letta teme che il caso Mps possa affossare la corsa nel collegio di Siena. In Toscana dubbi e malumori sull'operazione crescono e investono anche il fronte dem: «Nessuna trattativa senza coinvolgere parti sociali e territorio.

Mps è una banca che ha un forte valore sociale, oltre che economico, che sta nel rapporto secolare con il territorio e la notizia di una proposta di UniCredit al Tesoro per la sua acquisizione e incorporazione non può essere solo oggetto di valutazioni di mercato economico-finanziario» spiega il governatore Eugenio Giani.

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