Lega e Movimento 5 Stelle (ancora) ai ferri corti. Matteo Salvini ha attaccato gli alleati di governo, accusandoli di vicinanza con il Partito Democratico, con il quale farebbero comunella contro Flat Tax e autonomia.
Queste, infatti, le parole del leader del Carroccio: "Per undici mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i 5 Stelle. Inizio però a notare troppi accoppiamenti fra Pd e 5 Stelle, troppa sintonia […] No alla flat tax, no alll' autonomia, no al nuovo decreto Sicurezza. E magari riapriamo i porti. Mi spieghi qualcuno se si vuole andare d'accordo con il Pd o con gli italiani e la Lega rispettando il patto".
Dichiarazioni dure, scoccate all'indirizzo di Luigi Di Maio and co. Insomma, parole che non potevano passare inosservate, cadendo nel vuoto. La replica della compagine grillina, infatti, è arrivata puntale e secca(ta), affidata proprio al vicepremier 5stelle: "M5S spostato a sinistra? Se la sinistra è il Pd, per carità, Dio ce ne scampi. Non c'è un capo politico che abbia attaccato il Pd come me, il Pd è ancora quello dei renziani con Zingaretti davanti, non voglio averci nulla a che fare".
Dunque, il ministro del Lavoro ha così risposto al collega all'Interno: "Sull’autonomia ero pronto un mese fa. Sto chiedendo da un mese un vertice di governo, ma dopo la richiesta di dimissioni di Siri il capo della Lega l’ha presa sul personale […] Senza vertice per dirimere temi e nodi non si può procedere. Se si va a rilento la Lega lo chieda a se stessa. Si sono offesi forse per caso Siri? Lo rifarei altre cento volte…".
In tutto questo il segretario del consiglio dei ministri Giancarlo Giorgetti cerca di mediare, invocando con urgenza
un opportuno summit di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle per fare il punto sull'agenda dell’esecutivo. Ecco, si farà la pace o si andrà alla rottura? Le elezioni europee del 26 maggio cadono a fagiolo…- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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